riccio africano

Il riccio africano (Atelerix albiventris) è un mammifero insettivoro della famiglia Erinaceidae. L’habitat d’origine è costituito dalle savane e da zone aride dell’Africa centrale. Il peso va da 250 a 600 grammi (il maschio è più grosso). E’ notturno, e non va in letargo, al contrario del riccio europeo. La vita in cattività può arrivare a 6-10 anni, anche se allo stato naturale raramente supera i 3-4.

Come il riccio europeo, quando si senti in pericolo è in grado di appallottolarsi strettamente, esponendo le spine. Un comportamento particolare è rappresentato dal cosiddetto “anting”: in presenza di sostanze sconosciute, il riccio inizia a salivare abbondantemente e cospargere il corpo con la schiuma prodotta; il significato di questo curioso comportamento non è chiaro. Il riccio africano è in grado di emettere un range di suoni che vanno dal sibilo allo sbruffo al grugnito.

Le spine di cui è ricoperto dorsalmente sono di 0,5-1 cm di lunghezza, di colore bianco e marrone. Al di sotto delle spine si trova uno strato di tessuto sottocutaneo e adiposo, e ancora più sotto un muscolo che con la sua contrazione permette alla cute ricoperta di spine di stringersi intorno all’animale. Le spine sono assenti in una piccola area longitudinale sopra la testa, lunga 2 cm e larga 0,5 cm. La parte ventrale del corpo è ricoperta di peli bianchi.

I genitali esterni sono facilmente differenziabili tra maschi e femmine. Il prepuzio è visibile a metà dell’addome, mentre i testicoli possono essere retratti internamente. In molti maschi adulti si possono osservare delle spine allungate completamente bianche, che sono più rare o assenti nelle femmine; questa caratterista permette di differenziare i due sessi anche quando gli animali sono appallottolati.

Alloggio

La gabbia in cui il riccio africano è allevato deve avere preferibilmente il fondo e le pareti lisce, per evitare lesioni alle zampe. Non è necessario che la gabbia abbia un coperchio, se le pareti sono lisce e sufficientemente alte, dal momento che l’animale non è in grado di arrampicarsi o di saltare. Lo spazio a disposizione deve essere più ampio possibile, per permettere di fare sufficiente esercizio. Per il fondo si può utilizzare segatura o pellet di carta riciclata o di tutolo, e deve essere tenuto particolarmente pulito per evitare problemi di dermatiti da contaminazione fecale e da urina. Gli stracci sono da evitare per il pericolo di ingestione di fibre. E’ necessario porre nella gabbia un nascondiglio (una cassettina, un tubo di plastica), le cui dimensioni devono essere di poco superiori a quelle del riccio stesso.

Essendo originario di zone calde, richiede un ambiente caldo (25-30°C), e nella stagione fredda è opportuno porre una fonte di calore che riscaldi una parte della gabbia. Se la temperatura non è sufficiente, l’animale diventa torpido ed è maggiormente soggetto a infezioni respiratorie.

Il riccio africano è un animale solitario, e va alloggiato preferibilmente da solo. Si possono tenere anche in piccoli gruppi, purché sia presente un solo maschio.

Per permettere al riccio di fare attività è necessario che nella gabbia sia presente una ruota, di dimensioni adeguate all’animale, con il fondo pieno. Se la temperatura ambientale è adeguata lo si può anche lasciare libero di girare in una stanza, sotto sorveglianza (il riscaldamento a pavimento è ideale d’inverno!). Un altro tipo di arricchimento ambientale consiste nel nascondere il cibo in mezzo alla lettiera, in modo da assecondare l’istintivo comportamento di ricerca del cibo.

Alimentazione

I fabbisogni alimentari precisi non sono noti, ma essendo un insettivoro richiede una dieta con un’elevata percentuale di proteine e pochi grassi. Sono state proposte molte diete, composte di carne, insetti, vegetali e integratori vitaminici e minerali. Come base della dieta si può utilizzare un cibo per cani a base di farina di insetti, che si può trovare in commercio. Come premi occasionali si possono dare pezzetti di frutta, fagioli e carote cotti, verdura cruda, carne cotta, uova sode, fiocchi di latte, grilli. Il latte può causare diarrea ed è da evitare, come carne e uova crude che possono trasmettere la salmonellosi. Gli alimenti per furetti e per gatti non sono indicati in quanto sono troppo ricchi di grassi. E’ importate che la dieta contenga un’adeguata quantità di calcio, per evitare problemi di ipocalcemia. Per evitare problemi di obesità, estremamente frequenti, l’alimentazione non deve essere a volontà, e l’animale deve essere pesato regolarmente. Ai giovani in crescita e alle femmine gravide invece il cibo deve essere lasciato a disposizione a volontà. Eventuali cambi di alimentazione vanno effettuati gradualmente per non causare problemi intestinali

L’acqua deve essere fornita preferibilmente con un abbeveratoio a goccia, da cui in genere il riccio africano impara a bere senza difficoltà. Alcuni individui tuttavia non riescono mai ad imparare, e in tal caso devono avere a disposizione una ciotola d’acqua.

Riproduzione

La maturità sessuale può essere raggiunta già a due mesi d’età; la stagione riproduttiva dura tutto l’anno. La gestazione è di 34-37 giorni, con una media di tre piccoli (range: 1-7). Durante la gravidanza è opportuno separare il maschio ed evitare con cura di disturbare la femmina, altrimenti può uccidere o abbandonare i piccoli. In genere se la femmina è ben abituata ad essere maneggiata tollera lievi interferenze, come una pesatura giornaliera dei piccoli, senza problemi di cannibalismo o abbandono.

I piccoli alla nascita pesano 10 grammi, sono molto immaturi, senza spine e con gli occhi chiusi. Entro le prime ore di vita le spine iniziano già a crescere. Gli occhi sono aperti a 13-16 giorni, e lo svezzamento è completo a 4-6 settimane.

I piccoli orfani o abbandonati possono essere dati in adozione ad una femmina con piccoli della stessa età, o allevati artificialmente con latte in polvere per gattini.

La visita veterinaria

Non esistono vaccini per i ricci africani, tuttavia sarebbe opportuno effettuare una visita di controllo 1-2 volte all’anno. Alcuni ricci africani sono abbastanza docili da permettere una visita sommaria senza appallottolarsi. In generale però per effettuare una visita approfondita o per eseguire esami collaterali, ad esempio prelievi e radiografie, è necessaria una sedazione. Questa si effettua con relativa sicurezza tramite la somministrazione di anestesia gassosa che permette, al termine delle procedure, un rapido risveglio.

Ricco africano sedato con anestesia gassosa, pronto per essere visitato.

Malattie principali del riccio africano

Obesità

L’obesità è un problema comune nei ricci africani, sia per la vita sedentaria e confinata sia  per l’abbondanza di cibo che trovano senza fatica. Alcuni ricci possono diventare così grassi da non riuscire neppure ad appallottolarsi. L’obesità si accompagna a un grave problema di salute: la lipidosi epatica (fegato grasso che non funziona in modo adeguato). I ricci obesi vanno messi a dieta riducendo gradualmente la quantità di cibo, eliminando gli alimenti grassi e stimolando l’attività fisica.

Questo ricco africano è così grasso da non riuscire ad appallottolarsi.

Malattie della pelle

L’infezione da funghi (dermatofitosi) è abbastanza comune e si presenta con la formazione di scaglie e croste sulla pelle, alla base delle spine e in particolare intorno alla faccia e sulle orecchie. In genere il prurito è assente. Il veterinario conferma la diagnosi osservando al microscopio del materiale prelevato dalla pelle. Il trattamento più semplice ed efficace consiste nel somministrare per bocca un farmaco antifungino. La trasmissione del fungo dal riccio alle persone è possibile, anche se non automatica. Gli animali infetti vanno quindi manipolati con attenzione, lavandosi bene le mani dopo averli toccati.

Presenza abbondante di scaglie biancastre in un riccio africano con un’infezione da funghi della pelle.

I ricci sono spesso colpiti da acari parassiti, molto fastidiosi per l’animale, che causano la rogna. Oltre a provocare perdita delle spine, croste (alla base delle spine e intorno agli occhi) e desquamazione, gli acari causano prurito, malessere, scarso appetito e dimagramento. Anche in questo caso la diagnosi si effettua con l’osservazione al microscopio di materiale prelevato dalla pelle. Poiché i ricci africani possono ospitare i parassiti senza mostrare sintomi, se in un gruppo si ammala un animale vanno trattati tutti. Il materiale del fondo della gabbia va eliminato e sostituito con fogli di giornale da cambiare tutti i giorni.

riccio africano rogna

Lesioni causate dalla rogna in un riccio africano: perdita di spine e formazione di scaglie

Grave infestazione da acari della rogna in un riccio africano

Grave infestazione da acari della rogna in un riccio africano

La dermatofitosi e la rogna hanno quadri clinici abbastanza simili, per cui si deve effettuare la differenziazione tra le due condizioni con l’esame microscopico del materiale prelevato dalla pelle del riccio africano.

Occasionalmente i ricci africani possono infestarsi con pulci e zecche, soprattutto se in casa vi sono cani e gatti che non fanno prevenzione contro i parassiti. Il trattamento si effettua con antiparassitari prescritti dal veterinario.

Patologie dentali

I denti dei ricci africani possono spezzarsi o sviluppare ascessi, cosa che provoca perdita di appetito, salivazione e dimagramento. La bocca del riccio va esaminata in anestesia per valutare la situazione e sono utili anche radiografie dentali. La cura consiste nell’estrazione del dente malato e nell’eventuale somministrazione di antibiotici.

Esame del cavo orale in sedazione.

Infezioni respiratorie

I ricci africani possono contrarre infezioni respiratorie batteriche che si manifestano con scolo nasale, respirazione difficoltosa, rumori respiratori, starnuti. Nei casi più gravi si può avere anche anoressia, dimagramento e morte. Le infezioni respiratorie sono favorite da un ambiente troppo freddo, polveroso o sporco, da malnutrizione e da stress. Oltre a correggere i fattori ambientali, si somministrano antibiotici e liquidi per la reidratazione.

Malattie del cuore

Una comune malattia del cuore è la miocaridopatia dilatativa, una disfunzione causata dalla dilatazione delle camere del cuore. I ricci colpiti in genere hanno più di 3 anni, anche se la malattia può verificarsi a partire da un anno di età. I segni includono respiro difficile, diminuzione dell’attività e perdita di peso, soffio cardiaco, ascite (formazione di liquido nell’addome) e morte improvvisa. Le radiografie in genere dimostrano vari gradi di ingrandimento cardiaco, edema polmonare, congestione del fegato e liquido in addome. La causa non è nota, ma ci può essere una componente genetica o dietetica. Quando si sospetta una malattia cardiaca è necessario effettuare una radiografia dell’intero corpo e un ecocardiogramma. Gli esami del sangue sono utili per individuare problemi concomitanti. I ricci inizialmente rispondono alla terapia con i farmaci specifici, ma la prognosi a lungo termine è sfavorevole.

ecografia riccio africano

Esame ecografico in un riccio africano per controllare le condizioni del cuore

Paresi/paralisi

Il riccio può essere colpito da una malattia neurologica degenerativa progressiva, simile alla sclerosi multipla umana. La malattia causa una perdita progressiva del controllo dei muscoli. La causa per ora è sconosciuta, anche se si sospetta una causa genetica e forse una componente alimentare. La malattia non è contagiosa per i ricci a contatto con quelli ammalati.

Sintomi

Questa condizione si manifesta più comunemente a 2 – 3 anni di età, ma possono essere colpiti anche animali più giovani o più anziani. Maschi e femmine sono ugualmente colpiti. I sintomi iniziali sono rappresentati da incoordinazione o debolezza muscolare (paresi) delle zampe posteriori. Quando il riccio cerca di stare fermo presenta un caratteristico ondeggiamento. Il problema progredisce progressivamente agli arti anteriori portando alla perdita parziale o totale dell’uso di tutti gli arti (tetraplegia o quadriplegia ) e del tronco. Il riccio perde gradualmente massa muscolare. Il decorso può essere molto variabile. In genere entro 15 mesi dall’insorgenza dei sintomi la paralisi è completa. Talvolta la malattia progredisce in appena pochi giorni.

Diagnosi

Non è possibile una diagnosi definitiva nell’animale in vita. I segni clinici possono suggerire la presenza della malattia, ma una diagnosi certa è possibile solo dopo la morte tramite l’esame istologico (microscopico) del midollo spinale e dei tessuti cerebrali.

Altre cause possono portare a sintomi simili: altre malattie primarie del cervello o del midollo spinale, problemi vestibolari (dell’orecchio interno), ictus, traumi, malnutrizione, tumori, tossine o altre condizioni.

Cosa si può fare?

Non esiste alcun trattamento o cura e la morte entro 18-24 mesi è il corso abituale dopo la comparsa dei segni clinici. Si possono effettuare cure di sostegno per aiutare il riccio come usare degli asciugamani per tenerlo in posizione verticale, favorire l’accesso al cibo e all’acqua, porgergli il cibo davanti alla bocca, pulirlo se si sporca. Quando la qualità di vita peggiora è preferibile ricorrere all’eutanasia.

Distocia

I problemi di parto (distocia) nel riccio africano sono rari. In genere si verificano per la presenza di un feto posizionato in modo scorretto, ad esempio con la testa piegata. L’esame radiografico permette di verificare qual è la causa della distocia, ma in genere la soluzione consiste nell’eseguire un intervento chirurgico per rimuovere l’utero con il suo contenuto (ovarioisterectomia).

riccio africano ovarioisterectomia per distocia

Intervento di asportazione dell’utero gravido in un riccio africano che non riusciva a partorire a causa di un feto malposizionato

Tumori

I tumori sono piuttosto comuni nei ricci africani a partire dai tre anni di età. Poiché possono colpire qualunque organo o distretto del corpo i segni sono molto variabili, ad esempio anoressia, difficoltà ad alimentarsi, debolezza, perdita di peso, zoppicatura, tumefazione di un arto o masse nella pelle o nella cavità orale. Nella maggior parte dei casi i tumori dei ricci africani sono maligni e hanno una prognosi sfavorevole. La diagnosi si effettua come nelle altre specie. Si possono raccogliere delle cellule con una siringa (ago aspirato) da osservare al microscopio, oppure si può eseguire una biopsia (raccolta di un frammento di tessuto). In molti casi è indicato eseguire anche radiografie, ecografie o altri esami per valutare meglio le condizioni generali.

Se tecnicamente fattibile, i tumori vanno asportati chirurgicamente quanto prima. Se colpiscono un arto può essere indicata l’amputazione.

Tumore maligno a carico di una zampa, che appare gonfia.

Tumore mammario in un riccio africano

La freccia indica un tumore mammario