Le convulsioni, o attacchi epilettici, si manifestano generalmente con contrazioni ripetute o spasmi a carico dei muscoli. Quest’attività muscolare involontaria è il segno di un’attività cerebrale anormale, durante la quale le cellule nervose del cervello inviano messaggi incontrollati al corpo.
Esistono diversi gradi di attacchi. Quelli di lieve entità possono causare perdita di attenzione o leggere alterazioni di comportamento, ma restano localizzati al cervello. Se la gravità aumenta vi possono essere tremori muscolari o fascicolazioni, spesso localizzati ad un solo muscolo o un gruppo muscolare. Attacchi gravi avranno effetto su alcuni o tutti i gruppi muscolari, la vescica e l’intestino, con convulsioni ed emissione di feci e urina. Possono anche causare alterazioni comportamentali importanti o provocare perdita di coscienza o coma.
La maggior parte degli attacchi che si osservano negli animali sono gravi, anche se attacchi lievi possono passare inosservati, poiché i sintomi non sono evidenti. Di solito, le convulsioni durano 30-60 secondi e terminano spontaneamente. In caso contrario, se non si arrestano da sole e durano per parecchi minuti (il cosiddetto “stato epilettico”), portano a danni cerebrali e alla morte. Durante un attacco convulsivo, infatti, la temperatura corporea aumenta a causa dell’attività muscolare; può arrivare a superare i 42°C, cosa che danneggia rapidamente le cellule cerebrali. Il glucosio del sangue diminuisce molto perché viene utilizzato dall’attività muscolare, pertanto viene a mancare glucosio per il cervello. L’ossigeno al cervello e tessuti diminuisce perché la funzione respiratoria e cardiaca sono compromesse. Si verificano inoltre molti altri eventi negativi.
Tuttavia, anche se questi fattori vengono trattati o controllati, per esempio con sedativi per bloccare le contrazioni, la somministrazione di liquidi per via endovenosa e di ossigeno, nel caso in cui gli impulsi cerebrali anomali continuano per più di 20 minuti è ancora possibile che si instaurino danni cerebrali permanenti alle cellule del cervello.
Perché si verificano gli attacchi epilettici? Le possibili cause sono numerosissime, ma possono essere suddivise in alcuni gruppi principali. Si distingue l’epilessia vera, che è causata da una funzione anomala del cervello senza una causa apparente, dall’epilessia secondaria a lesioni cerebrali o insufficienza di un organo come il fegato o i reni.
Lesioni del tessuto cerebrale
All’interno del cervello vi è un’area di tessuto danneggiato o malfunzionante che può inviare impulsi elettrici, in grado di sopraffare i meccanismi di controllo causando un attacco. Le cause possono essere infezioni, ascessi, tumori, vecchie lesioni cicatriziali lasciate da precedenti traumi come coaguli di sangue. L’infezione da cimurro, anche se superata, può lasciare danni cerebrali che con il tempo si manifestano con attacchi convulsivi.
Perdita dei meccanismi di controllo
La maggior parte dei casi di epilessia vera sono causati non da un aumento degli impulsi elettrici, ma da un cattivo funzionamento dei meccanismi di controllo di modulazione dell’attività cerebrale. Per questo motivo, l’epilessia vera è solito congenita, anche se può manifestarsi con l’età.
Lesioni esterne al cervello
Poiché per funzionare correttamente le cellule cerebrali hanno bisogno di un ambiente accuratamente controllato per quanto riguarda la concentrazione di glucosio, elettroliti e ormoni, le malattie che alterano i livelli nel sangue di queste sostanze possono causare convulsioni. Ad esempio se il livello di zucchero nel sangue (glicemia) è insufficiente si sviluppano attacchi convulsivi. Eventuali squilibri importanti, in eccesso o in difetto, di qualsiasi elettrolita possono causare convulsioni. Molte malattie possono indurre questi squilibri, per esempio, l’insufficienza epatica può causare un aumento dell’ammoniaca; l’insufficienza renale può indurre elevati livelli di azoto e fosforo e diminuzione del calcio; vari tumori possono causare gravi squilibri.
Avvelenamenti
Molti insetticidi e rodenticidi agiscono alterando la funzione neurologica. Gli organofosfati utilizzati per il controllo degli insetti, la stricnina per il controllo dei ratti e la metaldeide per il controllo delle lumache, possono tutti causare gravi convulsioni e morte rapida, se non si interviene in tempo con la terapia.
Sebbene la maggior parte degli attacchi convulsivi non sono mortali, si deve sempre ricercarne la causa, e si deve trattare la malattia sottostante. Il primo passo consiste nell’eseguire un esame del sangue e delle urine completo, per verificare la funzionalità di fegato e reni, il livello di glucosio, la presenza eventuale di anemia o infezioni. In base al risultato degli esami preliminari si può raggiungere una diagnosi o decidere come procedere con gli accertamenti.
Quando non si identifica nessuna causa e gli attacchi sono causati da una lesione cerebrale primaria, si possono impiegare farmaci anti-epilettici per tenere sotto controllo gli attacchi. Questi farmaci hanno importanti effetti collaterali, pertanto va attentamente monitorata la loro efficacia e i livelli raggiunti nel sangue. Livelli troppo bassi sono potenzialmente pericolosi come livelli troppo elevati che possono aumentare le probabilità di convulsioni mortali. Se i farmaci vengono utilizzati correttamente, però, gli animali epilettici dovrebbero poter condurre una vita assolutamente normale.