Per partire con piede giusto
La dominanza
I problemi dovuti a comportamenti sgraditi del cane sono purtroppo molto frequenti, tanto che ormai molti veterinari si occupano specificatamente di patologie comportamentali. Sebbene a volte le cause siano da ricercarsi nel carattere del cane, nella maggior parte dei casi il problema è causato o aggravato da un’educazione sbagliata da parte del proprietario. Per questo è importante partire fin dall’inizio con il piede giusto e imparare a farsi obbedire dal cane.
Trattare il cane come un bambino è al contrario un grave errore, che può portare a comportamenti patologici che possono essere difficili da correggere. I cani sono animali sociali e gerarchici, come i loro antenati lupi: tendono a vivere in gruppo (il branco o, nel nostro caso, la famiglia) e all’interno di questo gruppo stabiliscono una gerarchia. Tra il lupi il soggetto dominante diventa il capobranco, e ottiene la sottomissione e l’obbedienza di tutti gli altri membri del branco. Nel caso del cane, questi deve vedere il proprietario come il capobranco, a cui essere sottomesso sempre ed in ogni occasione, senza eccezione, e tutti i membri della famiglia devono essere dominanti nei confronti del cane, che deve restare sempre in fondo alla scala gerarchica. L’obbedienza del cane deve essere ottenuta con l’autorità, non con la forza, punendo ogni trasgressione ma senza usare la violenza e senza perdere la pazienza. Gli ordini devono essere dati con tono autoritario, e devono essere coerenti: se una cosa è proibita (ad esempio salire sul letto) deve essere proibita sempre, altrimenti la nostra autorità sarà sempre messa in discussione. Se non riusciremo a ottenere il rispetto e l’obbedienza del cane sarà lui ad assumere il ruolo di capobranco, il che porta a spiacevoli problemi comportamentali come il mordere le persone.
La socializzazione
Molti problemi comportamentali hanno la loro origine anche da una errata socializzazione, l’apprendimento cioè dei rapporti con i vari membri del branco o del gruppo familiare. Nelle prime settimane di vita (tra la quarta e la settima in genere) il cucciolo acquisisce, attraverso i rapporti con la madre e i fratelli, la sua identità di cane, e impara a relazionarsi con gli altri cani e con le persone. Se viene tolto troppo presto alla madre e cresciuto in isolamento, senza vedere altri cani o altre persone tranne il padrone, il cane può crescere timoroso sia degli altri cani che di persone estranee. Una volta superata la fase di socializzazione, in cui il cucciolo fa amicizia facilmente con tutti, è molto difficile riuscire a fargli superare la paura degli estranei. Pertanto è importante acquistare un cucciolo che abbia potuto avere un adeguato periodo di socializzazione, che non deve essere stato tolto troppo presto alla madre. Il cucciolo ben socializzato non ha paura di persone sconosciute e bambini, è curioso, non è timoroso dei cani, non manifesta comportamenti ansiosi.
L’ansia da separazione
Questo frequente disturbo comportamentale si verifica nei cani ansiosi che non hanno avuto da piccoli una buona socializzazione. Il cane non sopporta di essere lasciato solo, e reagisce distruggendo gli oggetti della casa, graffiando le porte, abbaiando continuamente, scavando buche in giardino e sporcando in casa. Si spiega con il fatto che il cane è un animale sociale, che ha bisogno della vicinanza del branco, cioè dei proprietari, e la loro lontananza lo può far soffrire. Tuttavia un cane che è stato ben educato fin da cucciolo deve imparare a passare del tempo da solo, senza comportamenti indesiderati.
Per evitare che il cane sviluppi questo tipo di problema occorre partire subito, fin da cucciolo, con il piede giusto. Evitate di tenervelo sempre attaccato, anzi lasciatelo ogni tanto in una stanza diversa, non prestategli attenzione ogni volta che vuole lui, ma solo quando decidete voi. Dovete essere voi a iniziare i giochi: non fatelo per sua iniziativa. Se dovete uscire e lasciarlo solo, prima di prepararvi non prestategli alcuna attenzione (non coccolatelo e non salutatelo); quando tornate a casa ignoratelo completamente se vi fa le feste, e invece salutatelo e coccolatelo se è tranquillo. Questi consigli valgono anche nel caso il cane manifesti già questo problema, ma nei casi più difficili da trattare è anche possibile servirsi di un farmaco che aiuti ad attenuare l’ansia del cane facilitando la modificazione del comportamento.
L’aggressività
Questo è il problema comportamentale più grave che può essere manifestato dal cane e nei casi estremi può portare alla soppressione dell’animale; può assumere diverse forme, e solo individuandone il tipo si può cercare di correggerlo. Sono riconosciute le seguenti forme:
- aggressività intraspecifica (contro altri cani)
- aggressività interspecifica:
- contro le persone (da dominanza o da paura)
- contro animali di altre specie
Aggressività intraspecifica
Come abbiamo già detto, i cani tendono a formare tra loro una gerarchia, il che può comportare anche a scontri fisici per la conquista della posizione dominante. Una volta però che la gerarchia è stata stabilita in genere la convivenza è pacifica, ed eventuali dispute (per il cibo, una zona per il riposo, l’attenzione del proprietario) vengono risolte con semplici segnali di minaccia e sottomissione. Per evitare che esplodano episodi di violenza il padrone deve rispettare rigorosamente la gerarchia esistente, rivolgendo le sue attenzioni e nutrendo per primo il cane dominante, in modo da evitare che questo si senta costretto a ribadire la sua autorità sui sottomessi. Per i cani è naturale accettare i ruoli di dominante o sottomesso, e questo non ci deve fare sentire a disagio come se si trattasse di una forma di ingiustizia.
I maschi lottano spesso con altri maschi rivali, e questo tipo di aggressività si risolve facilmente con la sterilizzazione chirurgica. Se le lotte si verificano tra due maschi che vivono nella stessa casa, i risultati migliori si ottengono sterilizzando il cane che ha assunto il ruolo di sottomesso.
Aggressività contro le persone
Poiché l’aggressività rivolta contro le persone, siano estranei o membri della famiglia, è molto pericolosa e può portare a incidenti mortali, può essere indicato rivolgersi a un veterinario comportamentalista per risolvere il problema con un approccio corretto. Manifestazioni di aggressività anche lievi e sporadiche verso i bambini, in particolare, non vanno mai sottovalutate.
Aggressività da dominanza
Il cane considera le persone della famiglia come parte del suo branco, e il desiderio di raggiungere una posizione dominante si manifesta dunque anche nei loro confronti. Per evitare questo problema è importante, come spiegato in precedenza, che tutti i membri della famiglia esercitino una ferma autorità verso il cane, che deve essere relegato in fondo alla scala sociale. L’obbedienza del cane deve essere pretesa fin dall’inizio: un cucciolo indisciplinato diventerà da adulto un cane dominante sui padroni e potenzialmente pericoloso. Inoltre ogni atteggiamento aggressivo (mostrare i denti, ringhiare) contro le persone deve essere prontamente rimproverato.
Molto utile per tenere sotto controllo un cane problematico, di carattere dominante e poco incline ad ubbidire, è estremamente utile l’addestramento all’obbedienza, perché imparare ad obbedire ribadisce l’autorità del padrone sul cane. Per raggiungere questo scopo è fondamentale che alla scuola di addestramento sia presente anche il proprietario.
Nei casi più problematici è possibile aiutare la modificazione del comportamento con una terapia farmacologica.
Il cane dominante può comportarsi “bene” per quasi tutto il tempo, accettando un ruolo di sottomissione al padrone, e solo occasionalmente assumere un atteggiamento dominante (ringhiare o mordere), per cui il proprietario non riconosce l’esistenza del problema. Questi atteggiamenti, anche se sporadici, ci devono però far capire che occorre intervenire con un’appropriata modificazione comportamentale.
Come ristabilire la dominanza sul cane
- Insegnargli ad obbedire a dei semplici comandi (ad esempio “seduto”) premiandolo con un bocconcino e con manifestazioni di affetto quando ubbidisce all’ordine.
- Concedergli il pasto e dargli affetto solo su nostra iniziativa, ma solo quando si comporta bene e dopo che ha obbedito a qualche semplice comando.
- Prendere l’iniziativa per iniziare e terminare il gioco, non lasciare mai che sia il cane a farlo.
- Tutti i membri della famiglia devono seguire queste regole, e non devono manifestare affetto al cane se non quando si comporta bene.
Aggressività legata alla paura
In questo caso il cane morde le persone per paura, perché non ha possibilità di fuga e cerca di difendersi: tipico è il caso del cane che tenta di mordere il veterinario sul tavolo da visita. Questo tipo di aggressività è spesso indirizzato verso una categoria specifica di persone, ad esempio i bambini. La causa può essere fatta risalire ad un trauma precedentemente subito dal cane (bambini che hanno fatto dei dispetti) o da una cattiva socializzazione in seguito alla quale il cane non ha mai avuto da cucciolo contatti con bambini e ne ha timore.
Per superare questo problema occorre eseguire una serie di sedute di addestramento per “desensibilizzare” progressivamente il cane allo stimolo che gli procura paura, premiandolo quando si comporta bene e resta tranquillo in presenza dell’oggetto dei suoi timori, che gli deve essere avvicinato progressivamente nell’arco di parecchi giorni.
Aggressività contro altre specie
L’aggressività diretta verso gatti, polli, piccoli roditori è in genere una manifestazione dell’istinto predatorio del cane, per il quale è stato selezionato per migliaia di anni. Nell’ambiente domestico e cittadino risulta tuttavia un comportamento spesso sgradito. La soluzione più semplice in molti casi consiste nel non lasciare libero il cane di vagabondare (cosa molto pericolosa, che lo espone a gravi rischi tra i quali gli incidenti stradali), tenendolo ben confinato nel giardino o al guinzaglio quando lo si porta fuori. Se si possiede un cane con istinti predatori o poco incline all’obbedienza, vivace e irruento si deve evitare di tenere come pet animali da preda come conigli e roditori, nonché pappagalli e uccelli da cortile. I cani sono particolarmente pericolosi per le tartarughe, con le quali non dovrebbero mai convivere.
L’aggressività di tipo predatorio si può manifestare anche verso cani di taglia più piccola (tipica la sindrome del cane grande che attacca il cane piccolo, spesso con esiti fatali per la vittima) e verso bambini piccoli se questi, intimoriti dal cane, mostrano paura e scappano, scatenando l’istinto di caccia del cane con conseguenze gravissime.