alimentazione coniglio

La corretta alimentazione è il fattore più importante per mantenere in salute e garantire longevità ai conigli di casa. La loro alimentazione non può prendere a modello quella degli animali allevati per la produzione della carne, che ha lo scopo di promuovere una crescita rapidissima per macellarli entro i tre mesi di età. I conigli di casa hanno un’aspettativa di vita di 12 anni e più, che può essere raggiunta solo con un’alimentazione idonea. Molte delle patologie che si osservano nei conigli pet sono correlate, direttamente o indirettamente, alla somministrazione di alimenti inadeguati, in primo luogo i mangimi. Si tratta di problemi di salute gravi, spesso debilitanti (come la malocclusione e gli ascessi dentali) e potenzialmente letali (come i disturbi digestivi). Sono condizioni in gran parte prevenibili con un’alimentazione corretta.

Un po’ di fisiologia

Per capire l’importanza di una corretta alimentazione e le conseguenze degli errori alimentari è necessario comprendere la struttura e la funzione dell’apparato digerente e della dentatura in particolare.

La dentatura del coniglio

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Rappresentazione schematica della dentatura di coniglio

Il coniglio ha tutti i denti a crescita continua; restano di lunghezza costante grazie al consumo determinato dalla masticazione. I denti del coniglio vengono suddivisi in incisivi e in denti interni (premolari e molari) che hanno funzioni diverse. I denti incisivi vengono utilizzati con movimenti verticali per tagliare l’erba (o altri vegetali). I denti interni vengono utilizzati (alternando i due lati) per “macinare” il cibo introdotto in bocca con movimenti orizzontali. Questo tipo di masticazione porta a contatto le superfici dentali in modo da consumarle in modo completo. Se il coniglio mastica alimenti commerciali, come semi, fioccati, pellet, il movimento di masticazione dei denti interni diventa più verticale, per effettuare uno schiacciamento anziché una macinatura. Ciò comporta un consumo solo parziale della superficie dentale e quindi lo sviluppo di punte dentali dolorose (malocclusione), che con il tempo impediscono al coniglio di alimentarsi. Inoltre l’azione di masticazione di tipo verticale traumatizza il tessuto germinativo alla base del dente, quello che serve a produrre in modo continuo il tessuto dentale che rimpiazza quello consumato. Ciò comporta la formazione di denti alterati e indeboliti, il che aggrava ulteriormente la malocclusione.

L’apparato digerente

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Rappresentazione schematica dell’apparato digerente del coniglio (veteriankey.com/mammals/)

Lo stomaco e l’intestino tenue del coniglio non sono molto diversi da quelli degli altri mammiferi, con la particolarità che il coniglio è incapace di vomitare. La parte posteriore dell’intestino è invece particolare. Si compone, come nelle altre specie, di colon e cieco, ma di struttura e funzioni peculiari. L’intestino cieco del coniglio è il più grande tra tutti i mammiferi in rapporto al peso corporeo. Nel cieco la fibra (presente nell’erba e nelle altre piante di campo) viene fermentata dai batteri intestinali per produrre sostanze nutritive, Il cieco, come dice il nome, è un organo a fondo cieco che si diparte dalla giunzione tra intestino tenue e colon. L’alimento dal tenue passa nel colon. Il colon separa le particelle alimentari più grossolane, non digeribili, da quelle più piccole e digeribili. Quelle indigeribili vengono espulse sotto forma di palline fecali. Le particelle digeribili vengono inviate nel cieco  dove vengono sottoposte a fermentazione da  parte dei batteri ciecali e trasformate in alimento assimilabile dal coniglio, il ciecotrofo.

Il transito intestinale del coniglio (il tempo impiegato dall’alimento ingerito a lasciare l’intestino sotto forma di feci) è relativamente rapido, appena 17 ore. In questo modo la fibra troppo grossolana per essere digerita lascia l’intestino senza ingombrarlo inutilmente. È un adattamento alla natura di preda del coniglio, che non deve essere appesantito da un eccessivo contenuto intestinale.

L’alimentazione del coniglio in natura e quella “artificiale”

La dentatura e l’apparato gastroenterico del coniglio sono altamente adattati a una dieta composta di materiale erbaceo, ricco di fibra e povero di grassi e amidi. I conigli selvatici selezionano le parti più succulente dei vegetali che sono più ricche di sostanze nutritive. Questo permette loro di soddisfare le necessità alimentari nel minimo tempo necessario all’aperto, fuori dalle tane, dove sono esposti all’attacco dei predatori. I conigli amano i sapori dolci, ma tollerano anche quelli amari.

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L’alimento naturale del coniglio è l’erba.

Le preferenze alimentari sono influenzate dalla dieta della madre durante la fase dello svezzamento. Questo nei conigli selvatici aiuta i giovani a selezionare le piante commestibili, ma può essere un problema in quelli domestici se la madre riceve un’alimentazione errata. Se la madre è stata alimentata a mangimi e non ha ricevuto fieno, i giovani potrebbero avere difficoltà a consumare fieno.

Oltre ai vegetali i conigli ricevono un altro tipo di fonte alimentare, il ciecotrofo. Come dice il nome, il ciecotrofo viene prodotto nell’intestino cieco ed è una sostanza ricca di alimento parzialmente digerito, batteri e prodotti batterici (acidi grassi volatili, aminoacidi e vitamine). Viene consumato direttamente dall’ano man mano che viene prodotto. I batteri del cieco fermentano la fibra e producono acidi grassi volatili che in parte vengono assorbiti direttamente dalla parete del cieco. Gli acidi grassi volatili vengono utilizzati come fonte energetica. Se la dieta è povera di fonti energetiche proteiche e ricca di fibra i conigli consumano tutto il ciecotrofo che producono.

Nei conigli pet, una dieta povera di fibra e ricca di carboidrati causa patologie dentali, malattie gastrointestinali, obesità (con tutti i problemi correlati a questa condizione) e problemi comportamentali.

Una quantità elevata di alimenti ricchi di calcio può causare problemi legati a un eccessivo accumulo di calcio in vescica (ipercalciuria) e a calcoli urinari, mentre la carenza di calcio può favorire patologie dentali.

Fabbisogni alimentari del coniglio

Proteine

Nei conigli pet la quantità di proteine nella dieta deve essere moderata, in quanto sono predisposti all’obesità. Un livello del 12-17% è considerato adeguato. Nelle piante giovani i livelli di proteine sono superiori a quelli dei foraggi maturi, in quanto in questi ultimi le proteine sono in larga misura legate alla lignina, scarsamente digeribile, e quindi non disponibili.

Carboidrati

I carboidrati comprendono zuccheri e amidi, che sono fonti energetiche per l’organismo. Vengono digeriti e assorbiti nello stomaco e nell’intestino tenue. Il coniglio però ha un transito intestinale rapido e se sono presenti in eccesso i carboidrati non sono assimilati in modo completo e giungono nel cieco. Qui vengono fermentati dai batteri ciecali. L’abbondanza di questo elemento altera la flora intestinale, favorendo lo sviluppo di batteri patogeni, normalmente presenti in piccola quantità se la dieta è povera di carboidrati. La prevalenza di batteri patogeni causa enteriti (diarrea) e a volte enterotossiemia, una condizione causata dallo sviluppo di batteri produttori di tossine. Queste tossine sono così potenti da causare la morte in poche ore, talvolta senza sintomi premonitori.

La digestione dei carboidrati è meno efficiente nei conigli giovani, che sono più sensibili all’azione deleteria della loro presenza nella dieta.

I carboidrati si trovano nei semi e nelle granaglie, nei tuberi, nei mangimi e negli alimenti farinacei quali pane, biscotti, grissini ecc. Tutti questi alimenti sono controindicati nel coniglio in modo assoluto.

Fibra

La fibra è la sostanza che compone le cellule vegetali. Viene distinta in pectine, emicellulosa, cellulosa e lignina. L’organismo dei mammiferi, coniglio compreso, non è in grado di produrre enzimi che digeriscono la fibra. Questa viene invece “digerita” (fermentata) da specifiche popolazioni di batteri presenti nel tratto intestinale, nell’intestino cieco nel caso specifico del coniglio. Il coniglio ha una capacità relativamente ridotta di digerire la fibra a paragone di altri mammiferi erbivori come il cavallo o i bovini.

La digeribilità della fibra non dipende solo dalla struttura chimica, ma anche dalle dimensioni. Secondo le dimensioni delle particelle la fibra viene suddivisa in digeribile o fermentabile (solubile) e indigeribile (insolubile). Questo concetto è molto importante nella fisiologia digestiva del coniglio. Nel colon del coniglio la fibra viene separata secondo le componenti digeribili e indigeribili. Le parti indigeribili sono quelle di dimensioni superiori a 0,3 mm e sono composte in gran parte da lignina e in misura minore da cellulosa ed emicellulosa legate alla lignina. Queste particelle sono troppo grandi per poter essere attaccate e digerite efficacemente dai batteri intestinali perciò vengono eliminate rapidamente dal sistema digerente ed escrete sotto forma di pellet fecali. Sebbene non fornisca alcun apporto nutritivo, la presenza della fibra non digeribile nella dieta è tuttavia essenziale per il corretto funzionamento dell’apparato digerente del coniglio, in quanto stimola la motilità intestinale. Senza la fibra indigeribile il coniglio andrebbe incontro a un rallentamento della motilità intestinale fino alla stasi completa e successivamente alla morte.

Le particelle alimentari più piccole (di dimensioni inferiori a 0,3 mm) dal colon vengono sospinte nell’intestino cieco e sottoposte a fermentazione. La facilità con cui i batteri intestinali riescono a digerire queste particelle e trasformarle in sostanze nutritive dipende dalla loro composizione. L’emicellulosa e le pectine sono più digeribili della cellulosa mentre la lignina è indigeribile. La fermentazione della fibra digeribile porta alla produzione di acidi grassi volatili (importante fonte energetica per l’organismo) in parte assorbiti direttamente dalla parete del cieco e in parte assimilati con il ciecotrofo.

Nella composizione dei mangimi pellettati il processo di produzione, che prevede la macinatura degli alimenti, influenza le dimensioni delle particelle. Una macinatura che produca particella di piccole dimensioni della fibra porta a un rallentamento del transito. Di conseguenza l’alimento viene ritenuto troppo a lungo nel cieco, con la potenzialità di produrre un’alterazione dannosa della flora intestinale (disbiosi). Le diete ricche di alimenti concentrati industriali, povere di fibra lunga, predispongono a enteriti letali, specialmente nei conigli giovani. Una dieta contenente adeguati livelli di fibra, che porta a un corretto rapporto di fibra lunga e corta nell’intestino, è quella basata sui foraggi, vale a dire fieno e/o erba ad libitum.

Grassi

Il coniglio necessita di livelli di grassi della dieta molto bassi, in quanto produce autonomamente gli acidi grassi essenziali dalla fermentazione ciecale. Inoltre i conigli di casa hanno una vita relativamente sedentaria e sono predisposti all’obesità. Un livello del 2,5% di grassi è adeguato per i conigli pet.

Vitamine

Se la dieta è adeguata, il coniglio non ha necessità di integrazioni vitaminiche e minerali.

Vitamina A

Le piante sono ricche di beta-carotene, il precursore della vitamina A. Il processo di essicazione e conservazione può portare alla perdita significativa di questa sostanza, ma i conigli pet che consumano una sufficiente quantità di vegetali freschi non corrono rischi di carenza.

Vitamine del gruppo B

Tutte queste vitamine vengono prodotte in quantità sufficiente nell’intestino cieco grazie all’azione dei batteri intestinali e assunte tramite il ciecotrofo. Potrebbe verificarsi una carenza nei conigli che, per diversi motivi, sono incapacitati a consumarlo.

Vitamina C

Questa vitamina non è essenziale per il coniglio, che al contrario delle persone e delle cavie può sintetizzarla autonomamente.

Vitamina D

La vitamina D è implicata nel metabolismo del calcio, che nel coniglio è peculiare. Il coniglio è in grado di assorbire dall’intestino il calcio contenuto nell’alimento indipendentemente dalla presenza di vitamina D. tuttavia, se il contenuto di calcio alimentare è scarso, la vitamina D aumenta l’efficienza dell’assorbimento.

La presenza di vitamina D nei foraggi è molto variabile ed è difficile stabilire se la quantità presente è sufficiente. La vitamina D è anche sintetizzata direttamente dall’organismo grazie all’azione dei raggi solari. Nei conigli pet spesso manca un’adeguata esposizione diretta al sole, ma se la vitamina D è presente nell’alimento questo non causa problemi.

Vitamina E

La vitamina E si trova in quantità adeguata nei vegetali e nei conigli pet difficilmente sono presenti carenze.

Vitamina K

La vitamina K viene prodotta dai batteri ciecali e ingerita dal coniglio tramite la ciecotrofia. È inoltre presente nell’erba. In condizioni normali, la sua carenza è improbabile nei conigli pet alimentati adeguatamente e in grado di consumare il ciecotrofo.

Calcio

Il metabolismo del calcio nel coniglio è diverso dagli altri mammiferi. Può assorbire tutto il calcio presente nell’alimento, indipendentemente dalla presenza di vitamina D. Tuttavia, questa sostanza entra in gioco se il calcio alimentare è scarso. Il calcio assimilato in eccesso viene escreto per la maggior parte con le urine, contrariamente agli altri mammiferi in cui viene escreto con le feci.

I conigli selvatici trovano tutto il calcio di cui hanno bisogno nei vegetali che consumano al pascolo. Nei conigli pet si può verificare una carenza di calcio nel caso in cui il coniglio venga alimentato con i mangimi a base di semi e cereali, che contengono bassi livelli di questo elemento. I mangimi, tra l’altro, sono anche poveri di fibra e ricchi di carboidrati.

L’eccesso di calcio si ritiene correlato a patologie quali la formazione di calcoli dell’apparato urinario e l’accumulo di calcio nella vescica (ipercalciuria). Tuttavia, per lo sviluppo di queste patologie è probabile che altri fattori entrino in gioco come concausa. La sola dieta ricca di calcio, infatti, sperimentalmente non provoca patologie.

La dieta basata su fieno e/o erba contiene livelli adeguati di calcio. La somministrazione di verdure in genere non comporta problemi legati al calcio. Livelli elevati di calcio si trovano in tarassaco ed erba medica, e sono particolarmente elevati nelle piante aromatiche.

L’alimentazione del coniglio in pratica

Erba e fieno

L’erba e le piante erbacee spontanee in generale (quelle che noi consideriamo “erbacce”) costituiscono la dieta primaria dei conigli selvatici. L’organismo del coniglio si è evoluto per adeguarsi a questa dieta che di conseguenza gli apporta una quantità adeguata di proteine, fibra digeribile e indigeribile, grassi, vitamine e minerali. La composizione dell’erba varia con il tipo di piante e il grado di sviluppo. In media, è di 20-40% di fibra, 15% di proteine e 2-3% di grassi.

Idealmente, il coniglio pet dovrebbe alimentarsi prevalentemente o esclusivamente di erba e piante di campo, brucate in giardino o offerte fresche dopo averle raccolte. Questa soluzione purtroppo in molti casi non è fattibile e occorre quindi utilizzare fieno e verdure. Occorre evitare di somministrare l’erba tagliata dal tagliaerba in quanto tende a fermentare rapidamente causando seri disturbi digestivi.

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Se possibile, i conigli pet dovrebbero essere alimentati con l’erba

Il fieno è essenziale per i conigli e deve essere sempre a disposizione in quantità illimitata. Può essere un valido sostituto dell’erba od offerto in aggiunta. Il fieno per conigli deve essere composto di graminacee (in commercio esistono fieni di avena, fleolo, prato polifita, ecc.). L’erba medica e il trifoglio sono leguminose, non graminacee, e contengono livelli eccessivi di calcio e proteine. Sono quindi inadatti ai conigli adulti, ma possono essere utilizzati per quelli in crescita.

Il fieno deve essere più fresco possibile, in quanto con il tempo si degrada il contenuto in vitamina A, D ed E. Va conservato adeguatamente perché può ammuffire. Un buon fieno deve essere profumato, non polveroso e non odorare di muffa.

Anche la composizione del fieno varia secondo le piante che lo compongono. In media contiene il 30-35% di fibra e il 6-17% di proteine.

Se il coniglio non può consumare erba, è indispensabile per la sua salute che mangi fieno. In caso contrario sarà soggetto a disturbi digestivi e alterazioni dentali. Il rifiuto del fieno può essere dovuto al fatto che è abituato a consumare mangimi, che lo saziano rapidamente a causa dell’elevato contenuto calorico. Spesso eliminando i mangimi il coniglio accetta di mangiare fieno. Un’altra causa può essere l’ammuffimento. Se un coniglio rifiuta ostinatamente il fieno, oppure smette di mangiarlo, è necessario farlo visitare per verificare che non abbia problemi dentali. Qui troverete altri consigli per favorire l’assunzione di fieno.

Il fieno offerto deve essere sempre pulito e fresco. I conigli non consumano quello sporco di feci e urine.

Diete concentrate (mangimi e pellet)

I mangimi venduti nei pet shop per i conigli sono composti da un mix di alimenti (i cosiddetti “muesli”) che consistono di semi (tra cui il girasole), mais, fiocchi di cereali e di piselli, cereali estrusi, frutta e carote essiccate, carrube e a volte pellet e steli di erba medica. Si tratta di alimenti ricchi di carboidrati e poveri di fibra e calcio. I pezzi di carruba se ingoiati interi possono causare ostruzione intestinale. I conigli selezionano da questi mix gli alimenti più graditi quali i fioccati, più appetibili e calorici, rendendo la dieta ancora più sbilanciata.

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Mangime composto da un mix di semi, tra cui girasole, cereali fioccati, crocchette di cereali e frutta essiccata (cosiddetto “muesli”). Si tratta di un alimento particolarmente dannoso per il coniglio.

Queste miscele non vanno mai offerte, neppure occasionalmente. Possono causare disturbi intestinali (per carenza di fibra ed eccesso di carboidrati), e malocclusione (per l’alterazione della masticazione). Predispongono all’obesità e al corredo di patologie che comporta (tra cui dermatite perineale, pododermatite, ipercalciuria, malattie cardiache, danni epatici, minor aspettativa di vita). Possono causare problemi comportamentali in quanto il coniglio non passa più molto tempo a mangiare, nutrendosi rapidamente con un alimento concentrato, e si annoia. Ciò può portare a comportamenti distruttivi o autolesionistici, come lo strappamento del pelo.

Le diete in pellet e gli estrusi presentano una composizione migliore dei mangimi tipo muesli in quanto i moderni processi di fabbricazione permettono di inglobare fibra lunga, necessaria alla motilità intestinale. Le diete estruse sono più digeribili dei pellet in quando il calore necessario alla produzione degli estrusi rende i carboidrati più digeribili con un minore sovraccarico per il cieco. Purtroppo, anche se la composizione è ottimale, queste diete presentano comunque lo svantaggio di non permettere un adeguato consumo dei denti, predisponendo a problemi di malocclusione. Non vanno mai considerate come alimento principale ma tutt’al più come premio occasionale. Possono avere un ruolo nell’alimentazione dei conigli debilitati o che per gravi alterazioni dentali non riescono a consumare alimenti fibrosi.

Esempio di mangime in pellet

Vegetali freschi

Il coniglio può consumare piante fresche, sia coltivate che selvatiche, preferibilmente a foglia verde. Esempi disponibili in commercio sono broccoli, cavoli, cicoria, bietola, prezzemolo, crescione, foglie di sedano, indivia, radicchio, bok choy, lattuga, cavolo riccio, foglie di carota, finocchio e cime di barbabietola. E’ importante fornire diversi tipi di verdure, ma in modo costante, per non alterare la flora intestinale. Ogni coniglio può avere una particolare intolleranza a uno specifico tipo di verdura (spesso le brassicacee, cioè broccoli e cavoli), perciò la dieta va variata di conseguenza.

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Le verdure fresche sono sempre gradite.

Le piante selvatiche commestibili includono romice, rovo, dente di leone, centocchio, piantaggine, foglie di girasole, topinambur, fragola selvatica, achillea. Le piante verdi sono utili per fornire varietà, micronutrienti, acqua e favorire il consumo dentale, ma poiché sono composte generalmente per il 90–95% di acqua e spesso relativamente povere di fibre, per il coniglio è necessario consumarne quantità elevate per soddisfare le esigenze nutritive. Pertanto non dovrebbero essere offerte in quantità molto elevate. Qualsiasi verdura nuova va introdotta gradualmente e preferibilmente somministrata in modo costante affinché i batteri cecali si adattino.

Frutta

La frutta è ricca di zuccheri e relativamente povera di fibra, pertanto non è indicata nell’alimentazione del coniglio. Può essere utilizzata in piccola quantità nei conigli sottopeso, ma in genere i conigli di casa tendono all’obesità quindi è preferibile evitarla. L’avocado è controindicato. La frutta disidratata e la frutta secca sono particolarmente caloriche.

Snack commerciali

Sono ricchi di carboidrati e zuccheri e sono totalmente controindicati.

Acqua

L’acqua è un elemento indispensabile. Il suo consumo come bevanda dipende dalla quantità di acqua presente nel cibo. Una dieta ricca di vegetali freschi (erba o verdure coltivate) apporta buona parte dell’acqua necessaria all’organismo, di conseguenza il coniglio berrà in modo molto scarso o nullo. In ogni caso deve essere sempre a disposizione. I conigli preferiscono bere da un recipiente rispetto al beverino a goccia, pertanto l’acqua va messa a disposizione utilizzando una ciotola di materiale pesante, che non possa essere rovesciata o lanciata in aria, attività che diverte molto i conigli.

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