La gastroenterite virale felina è una grave malattia dei gatti causata da un virus (parvovirus) molto diffuso nell’ambiente; ogni gatto ne può venire a contatto nel corso della vita: la possibilità che si ammali dipende dallo stato del suo sistema immunitario (ad esempio se è vaccinato oppure no) e dalla quantità di particelle virali che entrano nell’organismo (carica infettante).

Il virus viene emesso nell’ambiente dai gatti infetti principalmente attraverso la saliva, il vomito, le feci e l’urina. I gatti si infettano per contatto con animali ammalati, per l’ingestione di materiale contaminato o per inalazione. Il tempo di incubazione varia da due a dieci giorni. Il virus attacca le cellule dell’intestino, distruggendole, causando una grave diarrea, e nel midollo osseo, dove provoca la distruzione dei globuli bianchi, le cellule del sangue deputate alle difese immunitarie (da cui il termine panleucopenia). Ne consegue la morte per disidratazione o per infezioni batteriche secondarie.

Se viene colpita una gatta gravida, durante le prime fasi della gravidanza si verifica l’aborto; nelle fasi più avanzate il virus colpisce il sistema nervoso dei feti causando danni al cervelletto. I gattini nascono quindi con gravi lesioni cerebrali che impediscono loro i normali movimenti.

La malattia colpisce soprattutto i gatti giovani, in cui causa una mortalità molto elevata. I sintomi sono rappresentati da perdita di appetito, febbre, vomito e diarrea profusa, liquida e maleodorante; l’esame del sangue mostra una fortissima riduzione nella conta dei globuli bianchi, che permette di confermare la diagnosi.

Come per tutte le malattie virali, non esiste una terapia specifica; si può solo attuare una terapia di sostegno, per mantenere in vita il gatto finché il suo sistema immunitario non riesce a liberarsi dal virus. Al gatto ammalato si somministrano liquidi per via endovenosa, per combattere la disidratazione, e antibiotici per contrastare le infezioni batteriche secondarie. Nonostante la terapia, questa malattia presenta un’elevata mortalità, soprattutto nei gatti più giovani. Di solito, se il gattino sopravvive i primi 5 giorni riesce a guarire. Senza terapia, le possibilità di sopravvivenza sono scarse (circa il 10%).

Ogni gattino deve essere vaccinato contro la leucopenia, iniziando a 8 settimane di età, con un richiamo successivo dopo tre settimane, e quindi ogni anno. Anche i gatti adulti, se non sono mai stati vaccinati, possono efficacemente essere immunizzati. Il vaccino è molto efficace nel proteggere i gatti ed è quindi sempre consigliato.

I gatti che superano la malattia sviluppano un’immunità che li protegge per tutta la vita. In genere, non vi sono danni permanenti all’intestino causati dal virus. Gli animali che superano la malattia continuano a diffondere nell’ambiente il virus per almeno 6 settimane. Pertanto è importante che ogni gatto sia vaccinato, essendo impossibile tenerlo del tutto al riparo dalla possibilità di venire a contatto con il virus.
È preferibile non vaccinare le gatte se vi è il sospetto che siano gravide (soprattutto se si impiegano vaccini vivi attenuati), perché il virus vaccinale può causare lesioni cerebrali ai feti.

Il virus è molto resistente e può persistere nell’ambiente contaminato molto a lungo. Non è distrutto dai comuni disinfettanti, ma è molto efficace la varechina diluita che lo inattiva in pochi minuti.