cagna e gattaLe gravidanze non volute nelle cagne e nelle gatte sono purtroppo un evento frequente. A volte capita di adottare una cagna o una gatta senza sapere che erano già gravide, oppure succede che l’animale in calore scappi per qualche ora, o che un maschio particolarmente intraprendente trovi il modo di arrivare alla femmina che si credeva adeguatamente segregata durante il periodo del calore. Ovviamente è meglio provvedere per tempo alla sterilizzazione, se non intendiamo allevare cuccioli o gattini, ma a volte gli imprevisti accadono.

Cagne e gatte possono essere testate per la gravidanza con un semplice esame del sangue, simile a un test di gravidanza casalingo, dopo circa 30 giorni di gravidanza, oppure con un esame ecografico dopo circa 22 giorni. L’esame radiografico può rivelare una gravidanza abbastanza tardivamente, dopo 45 giorni, quando i feti sono abbastanza sviluppati da poter identificare il loro scheletro nella radiografia.

Una volta stabilito che siamo in presenza di una gravidanza, ci sono diverse opzioni.

Lasciare che la gravidanza proceda e tenere i cuccioli o i gattini

Ciò comporta un certo impegno, perché dobbiamo trovare una casa adeguata a tutti i piccoli quando saranno svezzati. Si deve considerare che vi è un grave problema di sovrappopolazione di cani e gatti, che i canili sono strapieni e che tantissimi animali abbandonati sono in cerca di una casa, pertanto non è una buona idea contribuire al problema con nuovi cuccioli e gattini. È invece un comportamento inaccettabile e crudele lasciare che la cagna o la gatta partoriscano per poi sopprimere i piccoli.

Sterilizzare la femmina durante la gravidanza

La sterilizzazione chirurgica comporta l’asportazione dell’utero e delle ovaie. Se l’utero è gravido, gli embrioni in via di sviluppo vengono rimossi con l’utero e ciò ovviamente risolve il problema della gravidanza e di eventuali gravidanze future. Se non si ha intenzione di riprodurre la cagna o la gatta, questa è probabilmente l’opzione migliore.

La sterilizzazione di una femmina gravida comporta un lieve aumento del rischio chirurgico e anestesiologico rispetto a una sterilizzazione di routine. In gravidanza i vasi sanguigni dell’apparato riproduttivo si ingrossano notevolmente e anche l’utero è più voluminoso e meno maneggevole; l’incisione chirurgica è più lunga e sono necessari più punti di sutura (ma impiega lo stesso tempo a guarire). L’intervento chirurgico richiede più tempo e quindi i costi sono maggiori.

Idealmente, la cagna dovrebbe aver terminato il calore ma non essere in avanzato stato di gravidanza. Questo secondo punto vale anche per la gatta, ma al contrario della cagna, non vi sono controindicazioni a sterilizzare la gatta quando è ancora in calore o poco dopo.

Indurre l’aborto con farmaci

Se è importante che la cagna o la gatta si riproducano in futuro, si può terminare la gravidanza senza la sterilizzazione chirurgica. Alcuni prodotti abortivi disponibili un tempo comportavano elevati rischi di effetti collaterali anche gravi, come infezioni dell’utero, anemia irreversibile per depressione del midollo osseo e persino la morte. Il loro impiego era poco pratico perché si doveva conoscere con precisione il giorno dell’accoppiamento, essere certi della gravidanza e in alcuni casi si doveva ricoverare la cagna per alcuni giorni.

 Oggi sono disponibili farmaci molto più sicuri, efficaci e maneggevoli. Tra questi, vi è l’aglepristone; agisce bloccando l’effetto del progesterone, l’ormone che permette di portare avanti la gravidanza. Si lega ai recettori del progesterone presenti sull’utero, bloccando i segnali che permettono agli ovuli di impiantarsi e impedisce di mantenere la gravidanza se sono già presenti feti.

L’aglepristone può essere impiegato dal giorno stesso dell’accoppiamento fino al 45° giorno di gravidanza, e si può somministrare anche in assenza di una diagnosi certa di gravidanza. Si somministra con due iniezioni sottocutanee praticate a distanza di 24 ore. Se la terapia viene eseguita entro i primi 25 giorni circa dall’accoppiamento, entro 7 giorni si verifica il riassorbimento dei feti, con un’efficacia del 100%. Si può confermare il successo del trattamento eseguendo un’ecografia dopo 20 giorni.

Se la terapia viene somministrata tra il 26° e il 45° giorno i feti vengono espulsi e l’efficacia del trattamento è del 95%; in seguito si effettua un’ecografia di controllo dopo 8 giorni, per verificare che l’utero sia vuoto. Se sono ancora presenti feti si può ripetere il trattamento, purché la gravidanza sia ancora entro il 45° giorno.

Se la cagna è in calore, si deve prestare attenzione ad evitare ulteriori accoppiamenti dopo il trattamento, oppure si aspetta che il calore sia terminato prima di somministrare l’aglepristone.

Dopo l’aborto, la cagna ritorna in calore entro 1-3 mesi. Le successive gravidanze non vengono danneggiate dall’uso di questo farmaco.

Il farmaco non è registrato per la gatta ma è ugualmente efficace e sicuro per interrompere la gravidanza. L’efficacia va dall’85 al 95% ed è maggiore se il trattamento è precoce. Dopo l’aborto la gatta di solito ritorna rapidamente in calore e può restare gravida.

Il farmaco agisce solo sull’utero e non su altri organi; non ha effetti negativi sul fegato, sui reni o sul midollo osseo e non aumenta la probabilità di contrarre infezioni uterine. Se somministrato entro i primi 25 giorni di gravidanza non ha effetti collaterali. Se impiegato successivamente si può osservare uno scolo vulvare 3-4 giorni dopo la somministrazione. In alcune femmine si osservano anche sintomi simili a quelli osservati durante il parto: ansietà, depressione, riduzione dell’appetito, respiro affannoso. Sono sintomi transitori che cessano spontaneamente in poco tempo. L’aborto si verifica mediamente dopo 3-4 giorni dal trattamento, in alcuni casi entro 7. Più la gestazione è avanzata, più rapidamente si verifica l’aborto.

È importate somministrare i due trattamenti rigorosamente a distanza di 24 ore uno dall’altro, altrimenti l’efficacia non è garantita.