I tumori della mammella nelle gatte non sterilizzate sono molto frequenti: rappresentano la terza forma di tumore più comune e si presentano più spesso a 10-12 anni di età; sono predisposte le razze europea e siamese. Al contrario delle cagne, in cui le forme maligne sono circa il 50%, nelle gatte ben il 90% dei tumori mammari sono altamente maligni, tendono cioè precocemente a diffondersi ai tessuti circostanti e a dare metastasi ai linfonodi e agli organi interni, soprattutto i polmoni. I tumori mammari, che colpiscono quasi solo le gatte intere, appaiono inizialmente come dei piccoli noduli, solitari o multipli, nelle mammelle. Questi noduli si ingrandiscono più o meno velocemente, fino a raggiungere dimensioni notevoli; di conseguenza la pelle che li ricopre si ulcera e si infetta. Nelle forme avanzate, è necessario eseguire l’eutanasia o per l’infezione o per lo sviluppo di metastasi che generalmente si formano a livello dei polmoni.

Tumore mammario di grandi dimensioni e ulcerato
Durante le visite di routine il veterinario, per verificare la presenza di noduli, esamina sempre le mammelle, ma è bene che le esamini di tanto in tanto anche il proprietario, per far controllare immediatamente la gatta nel caso in cui avvertisse dei noduli, anche piccoli. Non tutti i noduli sono tumori, a volte si tratta si semplici cisti; in caso di dubbio, tuttavia, è bene non attendere e ricorrere all’asportazione. L’esame istologico del tessuto potrà poi confermare la diagnosi e permettere di stabilire se il tumore è stato asportato completamente.
Prevenzione
Nella gatta i tumori mammari riconoscono come causa l’effetto degli ormoni (estrogeni e progesterone) prodotti dalle ovaie e quindi possono essere efficacemente prevenuti con la sterilizzazione eseguita nei primi mesi di vita: nelle gatte sterilizzate entro sei mesi di età il rischio di contrarre questo tumore si riduce del 90% circa. La sterilizzazione eseguita dopo i due anni di età non altera le probabilità di sviluppare tumori mammari, come pure la gravidanza. È quindi evidente che la sterilizzazione, se effettuata nella gatta giovane, ha un’importante funzione di prevenzione di questa grave condizione, ed è quindi altamente consigliabile.
Fattori di rischio
È assodato che i farmaci anticoncezionali nelle gatte aumentano la probabilità di sviluppare tumori mammari (nonché di infezioni all’utero), soprattutto quelli forma iniettabile: il 30% delle gatte che ricevono questo tipo di trattamento finiscono per contrarre un tumore mammario o un’infezione uterina. Questo è un ottimo motivo per sterilizzare la gatta, se non si desidera farla riprodurre, anziché somministrare farmaci potenzialmente molto pericolosi.
Terapia
In presenza di noduli nelle mammelle la terapia di elezione è la mastectomia (asportazione chirurgica delle mammelle). L’intervento va eseguito prima possibile: maggiore è il diametro del tumore al momento della diagnosi, minore è il tempo di sopravvivenza della gatta dopo l’intervento: i tumori di diametro superiore a 3 cm hanno una prognosi infausta perché probabilmente hanno già dato luogo a metastasi. Data la malignità della condizione, è indicato asportare completamente entrambe le file mammarie, o nello stesso intervento o a distanza di 6 settimane.
Prima dell’operazione si eseguono esami di laboratorio per valutare le condizioni generali di salute e radiografie al torace per determinare se sono già presenti metastasi tumorali. Se il tumore è troppo avanzato, o se sono già presenti metastasi, in alcuni centri veterinari è possibile il ricorso alla chemioterapia come terapia palliativa, anche se nella gatta purtroppo non è molto efficace.
Se sono presenti metastasi a livello dei polmoni l’aspettativa di vita è di poche settimane ed è consigliabile ricorrere all’eutanasia quando la gatta presenta difficoltà respiratoria, per evitarle inutili sofferenze.