La pullurosi, detta anche diarrea bianca dei pulcini,è una malattia acuta altamente letale dei giovani pulcini causata dal batterio Salmonella enterica subsp. enterica Gallinarum-Pullorum. Il periodo di incubazione va da uno a dieci giorni.

Segni clinici

I sintomi della malattia possono comparire in qualsiasi momento dopo la schiusa, fino all’età di 3 settimane. Gli uccelli colpiti hanno poco o nessun appetito e appaiono sonnolenti, abbattuti e disinteressati all’ambiente circostante. Le loro deiezioni sono di un caratteristico colore bianco-crema, appiccicose e lucide, e possono essere mescolate con materiale marroncino. La zona della cloaca può essere imbrattata da queste deiezioni. Se il materiale fecale essiccato non viene pulito può causare un’ostruzione fatale della cloaca. A volte il passaggio degli escrementi è doloroso per i pulcini, che emettono grida quando defecano. I pulcini si indeboliscono rapidamente, fanno sempre più fatica a respirare e alla fine muoiono uno o due giorni dopo aver osservato i primi segni. La maggior parte dei pulcini non sopravvive. Alcuni pulcini possono riprendersi, ma rimangono portatori di S. pullorum e nei periodi di stress possono diffondere il batterio con le feci. Se i polli vengono utilizzati per la riproduzione o la deposizione di uova, trasmetteranno la S. pullorum verticalmente attraverso le uova alla prole.

Trasmissione

La S. pullorum può essere trasmessa ai pulcini in diversi modi:

  • Dalle galline ovaiole alla loro prole
  • Per contatto diretto o indiretto con membri infetti del gruppo (contatto tra uccelli, cannibalismo o beccate di piume di membri infetti del gruppo, ferite contaminate, feci che contaminano l’ambiente, la mangiatoia e l’abbeveratoio)
  • Contaminazione dell’incubatrice o delle attrezzature associate
  • Uccelli selvatici, roditori, animali selvatici e insetti (come le mosche)

Diagnosi

La diagnosi si effettua tramite coltura batterica.

Trattamento dell’infezione da Salmonella pullorum

Il trattamento si basa sulla somministrazione di antibiotici appropriati, ma poiché i soggetti guariti restano portatori, negli allevamenti si preferisce eliminare i soggetti infetti. Non esiste vaccino.