Questo termine non indica una specifica patologia bensì il mancato recupero fisiologico che si dovrebbe osservare nelle tartarughe al termine del letargo. In condizioni normali questi animali riprendono ad alimentarsi entro una settimana dal risveglio. Se l’anoressia dura più a lungo (e le condizioni ambientali sono favorevoli) siamo di fronte a un problema, il quale può riconoscere molte cause e richiede un approfondimento diagnostico nonché un rapido intervento medico. Le possibilità di recupero, infatti, sono tanto più favorevoli quanto prima si interviene.

Le possibili cause di questa sindrome sono numerose, tra cui patologie insorte durante il letargo (stomatite necrotica, infezioni respiratorie, lesioni da freddo a livello oculare o cerebrale), malattie o malnutrizione sofferte prima dell’ibernazione, o ancora condizioni ambientali non ottimali durante il periodo di letargo, o un letargo eccessivamente lungo, oppure condizioni non favorevoli nel periodo del risveglio (bassa temperatura ad esempio).

Di fronte a una tartaruga che al risveglio dal letargo non riprende a mangiare il veterinario inizialmente valuta le condizioni di allevamento e lo stato di salute prima del letargo, le condizioni in cui si è svolto il letargo, se possibile il peso prima e dopo il letargo, e le condizioni di eventuali altri soggetti presenti con quelli ammalati. Esegue quindi un’accurata visita clinica per determinare lo stato di salute e cercare eventuali malattie, come infezioni alla bocca o infezioni respiratorie.

Oltre alla visita clinica si possono eseguire degli esami del sangue, che in seguito possono essere ripetuti più volte nel corso del trattamento per monitorare la risposta alla malattia.

Terapia

E’ importante sostenere la funzione dei reni con la reidratazione, somministrando liquidi per via orale o tramite iniezioni secondo la gravità. Quando la tartaruga è adeguatamente reidratata e ha iniziato a urinare, si inizia la somministrazione di alimento (tramite sonda gastrica, se non si alimenta in modo autonomo) in modo da normalizzare la glicemia. Ovviamente vanno nel contempo trattate eventuali patologie concomitanti e si forniscono condizioni ambientali adeguate tramite il ricovero in terrario riscaldato.

La prognosi è considerata infausta con determinati valori degli esami del sangue e nei casi in cui dopo 10 giorni di adeguata terapia reidratante non si osserva produzione di urina. In tali casi la procedura più indicata è l’eutanasia.

La guarigione può richiedere molto tempo, anche mesi, per cui occorre tenere in conto la possibilità di cure di lunga durata.