L’ipovitaminosi A (carenza di vitamina A) è una patologica che colpisce le giovani tartarughe acquatiche alle quali viene somministrata una dieta irrazionale. Il caso tipico consiste nell’alimentazione esclusivamente con gamberetti essiccati, che non contengono vitamina A. Le tartarughe neonate possiedono nel fegato una riserva di vitamina A sufficiente per circa sei mesi, o anche meno se alimentate con una dieta iperproteica. Se la dieta è stata carente di vitamina A, dopo questo periodo si manifestano i sintomi. La carenza di vitamina A causa alterazioni delle cellule che rivestono l’apparato respiratorio e urogenitale e delle congiuntive degli occhi. Il sintomo più frequente è l’edema (il gonfiore) delle palpebre, con accumulo di pus nel sacco congiuntivale. L’alterazione impedisce al rettile di aprire gli occhi, rendendolo cieco, quindi cessa rapidamente di alimentarsi, deperisce e nell’arco di alcuni mesi muore d’inedia. Talvolta i proprietari credono che l’animale sia andato in letargo e lo portano alla visita quando il problema è molto avanzato; in tal caso le lesioni agli organi interni possono essere ormai irreversibili.

Le seguenti immagini illustrano alcuni casi di ipovitaminosi A in giovani tartarughe d’acqua:

ipovitaminosi A 1

ipovitaminosi A 2

ipovitaminosi A 3

Diagnosi

La diagnosi si basa sulla storia dell’animale, che risulta alimentato con una dieta scorretta, sui tipici sintomi e sulla risposta alla terapia.

Terapia
Il trattamento consiste di tre parti.

  1. Somministra di vitamina A. La vitamina A va dosata con cura perché, se la carenza è letale, il suo eccesso è tossico. La forma iniettabile non risulta dosabile in animali piccoli come le tartarughine d’acqua, per cui si ricorre alla somministrazione direttamente in bocca. La via orale è molto più sicura e comporta scarsi rischi di sovradosaggio. Poiché questa vitamina viene immagazzinata nel fegato è sufficiente somministrare una goccia ogni 1-4 settimane fino a che il rettile non riapre gli occhi.
  2. Rimozione del materiale  purulento accumulato tra le palpebre. Se non si elimina questo materiale, la tartaruga non riuscirà ad aprire gli occhi anche se si risolve la carenza di vitamina A. Per effettuare questa operazione il veterinario introduce tra le palpebre una cannula ed effettua dei lavaggi fino a ottenere la fuoriuscita di tutto il materiale. Nel caso di infezioni secondarie si può applicare una pomata oftalmica. Il materiale purulento può non essere presente nelle forme iniziali, in cui è allora sufficiente somministrare vitamina A.
    Materiale purulento che sta fuoriuscendo dalle palpebre grazie ai lavaggi

    Materiale purulento che sta fuoriuscendo dalle palpebre grazie ai lavaggi

  3. Correzione della gestione. Si devono fornire le corrette condizioni di allevamento, non solo di alimentazione. Quando la tartaruga riprende a mangiare, una dieta corretta fornirà la quantità di vitamina A di cui necessita.

È completamente inutile applicare una pomata oftalmica come unico trattamento, eseguire impacchi sugli occhi o mettere delle vitamine nell’acqua.

Non tutte le tartarughe con gli occhi chiusi e gonfi soffrono di ipovitaminosi A. Un’altra possibile causa è l’infezione delle palpebre (blefarite) che va trattata con antibiotici. La chiusura degli occhi è inoltre un segno di malessere comune a tutte le patologie gravi e debilitanti.

Poiché i vegetali sono ricchi di precursori della vitamina A questa patologia non si verifica nelle tartarughe terrestri erbivore, nelle quali non va quindi somministrata vitamina A senza motivo.