
In sauri e serpenti il ricambio della pelle non avviene come nei mammiferi, che eliminano in particelle microscopiche lo strato più superficiale. Questi rettili hanno un ricambio completo a cicli, detti muta, in cui tutto lo strato esterno viene via insieme (in un unico pezzo nei serpenti, in più pezzi nei sauri).
La muta è condizionata da diversi fattori: l’ambiente (soprattutto l’umidità), la dieta e lo stato di salute generale. Anche lesioni della pelle (infezioni, ustioni, parassiti, ferite) possono interferire con la muta. I problemi di muta vengono detti disecdisi.
La disecdisi è particolarmente grave nei sauri con dita piccole, come i gechi, in cui la vecchia pelle ritenuta può strangolare le sottili estremità perché impedisce al sangue di arrivare. Di conseguenza le dita muoiono e si staccano. Lo stesso effetto si può avere sulla punta della coda e, nelle iguane, sulle spine della cresta dorsale. Nei serpenti può rimanere la parte di cute che forma l’occhiale, il rivestimento degli occhi, restando incollata strato dopo strato.
Poiché i serpenti iniziano la muta strofinando il rostro su un materiale ruvido per staccare la pelle, la mancanza nel terrario di oggetti adatti (rocce, rami) può causare disecdisi.
Per rimuovere la pelle ritenuta il rettile va tenuto in un contenitore con dell’acqua (non tanto alta da rischiare l’annegamento) per parecchi minuti e si provvede poi delicatamente all’asportazione manuale. I serpenti possono essere fatti scivolare attraverso un asciugamano bagnato per rimuovere la pelle. In caso di ritenzione dell’occhiale occorre la massima prudenza perché si rischia di asportare la cornea, rendendo cieco il rettile. Per questo problema è meglio rivolgersi a un veterinario esporto in rettili.