Patologie dell’apparato digerente
Diarrea/enteriti
Le infezioni intestinali (enteriti) sono un problema comune nei criceti. Una grave forma di enterite è l’ileite proliferativa, o “wet tail” (coda bagnata), alla quale è molto sensibile il criceto dorato, con una mortalità di circa il 90% dei soggetti colpiti. E’probabilmente una forma batterica, a trasmissione oro-fecale. L’incidenza è maggiore tra i giovani di 3-8 settimane di età, e sembra che le varietà a pelo lungo siano più sensibili. Scarsa igiene, errori alimentari, stress e sovraffollamento sono fattori predisponenti.
I segni clinici comprendono diarrea acquosa che imbratta il pelo (da cui il nome “coda bagnata”), anoressia, posizione incurvata, letargia e morte in un paio di giorni. Nei casi meno acuti si può verificare peritonite, invaginamento intestinale o prolasso rettale. La diagnosi si basa sull’esame clinico.
Gli animali colpiti si possono trattare con vari antibiotici e con la reidratazione La prognosi è in ogni caso molto riservata; spesso il criceto muore entro 1-3 giorni dall’insorgenza dei sintomi.
Altri batteri possono essere implicati nelle enteriti nel criceto, come Clostridium piliforme, responsabile della malattia di Tyzzer.
Malocclusione degli incisivi
I criceti hanno denti incisivi a crescita continua (come i conigli) ma i denti interni sono fissi,come i nostri. Se gli incisivi non combaciano perfettamente per un trauma o un difetto congenito non riescono a consumarsi adeguatamente e invece di restare di lunghezza costante si allungano troppo, impedendo al criceto di alimentarsi e a volte conficcandosi nei tessuti della bocca. Il criceto dimagrisce progressivamente fino a morire d’inedia se non si interviene. Il trattamento è molto semplice e consiste nella riduzione della lunghezza degli incisivi, ma va effettuato periodicamente perché i denti anche se accorciati continuano ad allungarsi.

Malocclusione degli incisivi in un criceto russo
Parassiti intestinali
I criceti possono essere infestati dalla tenia Hymenolepis nana, che ha un ciclo sia diretto che indiretto (veicolata da pulci) . In genere non provoca sintomi, ma in caso di infestazioni di grave entità si può avere enterite, costipazione o ostruzione intestinale. La diagnosi si effettua con l’esame delle feci e il trattamento si esegue con un farmaco antiparassitario. Il criceto può essere infestato da vermi intestinali detti ossiuri che però si ritiene che non siano patogeni.
Tossicità da antibiotici
Anche il criceto, come il coniglio e altri roditori, è estremamente sensibile all’azione degli antibiotici, che possono causare enteriti mortali a causa della proliferazione di clostridi con produzione di tossine letali. Gli antibiotici che danno più problemi sono le penicilline, le cefalosporine, tilosina, lincomicina ed eritromicina, clindamicina, ma anche antibiotici considerati “sicuri” possono dare reazioni mortali. Occorre somministrare antibiotici solo in caso di effettiva necessità.
Nel criceto dorato streptomicina e diidrostreptomicina non causano enterite, ma hanno una tossicità diretta e non devono essere usate in nessuna specie di criceto perché ne determinano la morte.
Patologie delle tasche guanciali
Costipazione
Talvolta il contenuto delle tasche guanciali si impacca e aderisce alle tasche stesse, che il criceto non riesce più a svuotare. Con il tempo il contenuto va in putrefazione. In genere è possibile svuotarle senza sedazione, utilizzando delle pinzette oppure instillando nella tasca dell’acqua tiepida con una siringa munita di un ago a punta smussa. Se il criceto non collabora e si agita molto si può eseguire la procedura in anestesia gassosa. Massaggiando delicatamente il contenuto della tasca è possibile farne uscire il contenuto. Se il materiale alimentare è ristagnato a lungo può aver causato delle infezioni batteriche o fungine, in questo caso il veterinario esegue dei lavaggi con un disinfettante. Nei casi più gravi è opportuno utilizzare dell’antibiotico per via sistemica. A volte si formano delle fistole che però in genere tendono a guarire.

Svuotamento della tasca guanciale in un criceto in anestesia
Prolasso
Il prolasso della tasca guanciale (sia unilaterale che bilaterale) si osserva più di frequente nelle femmine. La tasca prolassata appare come una piccola massa carnosa che fuoriesce dalla bocca, che con il tempo si ulcera e si necrotizza. Le cause di questa patologia non sono ben chiare; alcuni ipotizzano che sia principalmente un problema comportamentale, dovuto al continuo immagazzinamento del cibo lasciato a disposizione in abbondanza. Se il prolasso è recente e la tasca non è traumatizzata è possibile riposizionarla. Dopo averla lavata abbondantemente con un liquido disinfettante la si reintroduce in sede e, utilizzando un bastoncino cotonato come guida, si applicano dei punti transcutanei a tutto spessore per ancorarla alla parete.
E’ possibile l’asportazione, applicando un punto trapassante alla base della tasca e tagliandola. Entrambi i tipi di intervento vanno condotti in anestesia generale con gas anestetico. Anche in seguito all’asportazione di entrambe le tasche il criceto conduce una vita normale.

Prolasso della tasca guanciale
Ascessi
L’introduzione nelle tasche guanciali di oggetti appuntiti o taglienti può causare delle piccole ferite che portano allo sviluppo di ascessi. Il loro trattamento consiste nel drenaggio e somministrazione di antibiotici.
Problemi dermatologici
Parassiti cutanei
Nel criceto è abbastanza comune una malattia parassitaria della pelle detta demodicosi. E’ causata da un acaro parassita microscopico, detto Demodex, che vive nei follicoli del pelo e anche sulla superficie della pelle. Nel criceto ne esistono due specie, Demodex criceti e Demodex aurati. Entrambi gli acari sono normali residenti della cute del criceto, e la forma clinica si osserva di solito in animali malnutriti, anziani e/o immunodepressi. La malattia causa alopecia, eritema, scaglie e croste, ma in genere non c’è prurito. La diagnosi si effettua mediante raschiati cutanei e l’osservazione microscopica dei parassiti.

Criceto con demodicosi che mostra perdita di pelo e crostine diffuse
Ecco l’aspetto delle due specie di Demodex del criceto.
La terapia non è sempre di aiuto in quanto il criceto affetto da demodicosi in genere è immunodepresso per qualche altra malattia, spesso più grave, come ad esempio un tumore interno.
Raramente si possono riscontrare infestazioni causate da un altro acaro del genere Notoedres, che provoca un’otite con formazione di croste giallastre, ma può dare anche perdita di pelo e arrossamento a livello delle orecchie, del muso, delle zampe, della coda e della zona genitale. In questo caso si ha un grave prurito. La diagnosi viene confermata mediante esame del materiale presente nell’orecchio e raschiati cutanei; il trattamento si esegue con la somministrazione di un antiparassitario.
Infezioni e ferite
Gli ascessi sottocutanei sono relativamente comuni, e si trattano con l’incisione e il drenaggio (in anestesia generale) e somministrazione di antibiotici.

Ascesso sotto l’occhio in un criceto russo
Nei criceti dorati, e occasionalmente negli altri, tenuti insieme dopo la pubertà, si possono osservare ferite da morso (lesioni crostose infette) a volte anche così gravi da portare a morte. Ovviamente è necessario separare i contendenti; il criceto ferito va sottoposto a terapia antibiotica e a eventuali cure di sostegno.

Gravi lesioni da morso sulla testa di un criceto di Roborovsky, causate da altri criceti. Con le cure questo criceto è guarito.
A volte nei maschi di criceto russo si verifica l’infezione della ghiandola ombelicale, una ghiandola di marcatura presente a livello di ombelico. La zona appare arrossata, ricoperta di una spessa crosta e con presenza di essudato purulento. La terapia consiste nell’asportare delicatamente la crosta e disinfettare periodicamente la ghiandola con un disinfettante diluito.
In criceti russi particolarmente grassi si può osservare una condizione della pelle dermatite essudativa, causata dalla frizione della cute secondaria all’obesità. La cute forma delle pieghe, si infiamma e trasuda, in particolare a livello delle zampe, le ascelle e la gola. La condizione può essere alleviata utilizzando un disinfettante, ma è solo ottenendo una riduzione di peso del criceto, e quindi la scomparsa delle pieghe, che si può ottenere una risoluzione del problema.
Infezione da funghi
Le infezioni da funghi (dermatofitosi) sono poco comuni nei criceti. Si manifestano con aree rotondeggianti prive di pelo e a volte ricoperte di crostine biancastre. Il veterinario può diagnosticare la causa osservando al microscopio dei campioni di pelo oppure ricorrendo a una coltura in laboratorio. Il trattamento si effettua con un prodotto antifungino somministrato localmente oppure per bocca. I criceti con un’infezione da funghi vanno manipolati con prudenza perché l’infezione si può trasmettere alle persone.

Infezione da funghi sulla testa di un criceto
Infezioni respiratorie
Le infezioni respiratorie non sono molto comuni nei criceti da compagnia. Il criceto è sensibile al virus del raffreddore, e se colpito manifesta starnuti, scolo nasale e a volte polmonite. In genere si ha una guarigione spontanea entro una settimana. Se sopravviene un’infezione batterica secondaria sia ha un aggravamento dei sintomi, con abbondante scolo nasale, difficoltà respiratoria, anoressia e abbattimento. Solo in questi casi è indicato somministrare antibiotici, vista la loro potenziale pericolosità.
Un’altra forma virale è la polmonite da virus Sendai. E’ di solito asintomatica negli adulti, ma può dare un’infezione mortale nei piccoli. Come per tutte le malattie virali, non esiste una cura specifica.
Le polmoniti batteriche primarie in genere sono causate da Pasteurella pneumotropica e altri batteri. Di solito si manifesta una forma acuta, con difficoltà respiratoria, scolo oculo-nasale e anoressia. E’ possibile la formazione di ascessi negli organi interni, che in teoria richiederebbero l’asportazione chirurgica.
Nelle infezioni respiratorie si attua una terapia di sostegno, fornendo calore e somministrando liquidi per via sottocutanea e antibiotici. Gli individui ammalati vanno subito isolati da quelli sani.
Lesioni traumatiche agli arti
Sono relativamente frequenti nei criceti, causate soprattutto da cadute, quando il criceto viene lasciato cadere a terra, soprattutto dai bambini, o quando cade arrampicandosi sulle sbarre della gabbia. A volte l’arto resta impigliato sulle sbarre della gabbia o della ruota, o sulla scaletta. Una causa di lesioni agli arti è anche il materiale sintetico venduto come materiale per il nido, che si impiglia strangolando la circolazione e causando la mummificazione dell’estremità dell’arto.

Frattura esposta della zampa posteriore di un criceto russo
Le fratture nei criceti non si prestano a interventi di osteosintesi o a fasciature, sia per la taglia ridotta del roditore che per la sua intolleranza a elementi estranei applicati al corpo. In caso di frattura è consigliabile alloggiare il criceto in una gabbia a pareti lisce, senza elementi per arrampicarsi e senza ruota. Se si rende necessaria, l’amputazione è tollerata molto bene. In caso di perdita di un arto anteriore, si può riscontrare la difficoltà a svuotare la tasca guanciale del lato corrispondente e quindi problemi di costipazione della tasca.
Problemi nei criceti anziani
Il 90% dei criceti dorati anziani sviluppa una condizione detta amiloidosi generalizzata che consiste nel deposito in alcuni organi, soprattutto il rene, di una sostanza detta amilode, che ne ostacola il funzionamento. L’amiloidosi è una malattia progressiva ed evolve più rapidamente nelle femmine. L’amiloidosi renale causa insufficienza renale con aumento dell’urinazione e della sete, edema, ascite, dimagramento e perdita di proteine con le urine.
Circa tre quarti dei criceti anziani soffre di trombosi cardiaca (formazione di un coagulo nel cuore) di solito localizzata nell’atrio destro. I sintomi cinici sono rappresentati da cianosi (colorazione bluastra delle mucose), difficoltà respiratoria, edema, morte improvvisa. L’esame radiografico può mostrare edema polmonare e ingrandimento del cuore. Si può tentare una terapia con farmaci per l’insufficienza cardiaca ma in genere la morte sopravviene in pochi giorni.
L’incidenza di tumori spontanei nei criceti anziani è altissima (fino al 100%). L’argomento è trattato su questa pagina del blog.

Linfoma cutaneo, un tipo di tumore che può colpire i criceti dorati causando perdita di pelo e ispessimento della cute
Coriomeningite linfocitaria
La coriomeningite linfocitaria del criceto (CLCC) è una malattia virale che colpisce i criceti, causata da un virus detto arenavirus o LCMV. Questo virus può occasionalmente infettare anche gli esseri umani, rappresentando una possibile zoonosi. La malattia può essere veicolata anche dai topi.
Nei criceti, il LCMV provoca una malattia sistemica caratterizzata da anoressia, letargia, tremori, convulsioni, anemia e morte. L’infezione è asintomatica nella maggior parte dei criceti adulti, che possono diventare portatori cronici del virus. Tuttavia, l’infezione può essere fatale nelle femmine gravide e nei piccoli. Non esiste terapia efficace. La diagnosi nel criceto vivo è difficile; in caso di morte lo si invia a un istituto zooprofilattico che può effettuare una diagnosi precisa.
Le persone possono contrarre il LCMV attraverso il contatto diretto con fluidi corporei (in particolare secrezioni nasali, salive o urina). Ciò può accadere con la manipolazione di criceti infetti, in particolare femmine gravide, o durante la pulizia della gabbia. L’infezione è generalmente asintomatica negli esseri umani, ma in alcuni casi può causare una grave malattia simil-influenzale con sintomi quali febbre, mialgia, mal di testa e pancitopenia (carenza di tutte le cellule del sangue: globuli rossi, globuli bianchi e piastrine). In rari casi può portare a complicazioni neurologiche gravi come una meningoencefalite (infiammazione delle meningi e del cervello).
L’infezione può essere particolarmente grave nelle donne gravide in cui può causare aborto o danni al feto.
La diagnosi nelle persone si effettua tramite esami di laboratorio. Non esiste una terapia specifica ma solo misure di sostegno.
L’incidenza della malattia nei criceti domestici è molto bassa, quindi la possibilità di contrarre la coriomeningite linfocitaria da questi animali è trascurabile. Importanti misure di precauzione sono:
- evitare il possibile contatto (anche indiretto, ad esempio tramite il cibo) tra criceti e topi selvatici,
- se un criceto è ammalato, farlo visitare subito da un veterinario esperto in roditori
- lavarsi bene le mani dopo aver accudito o maneggiato il criceto
- evitare di maneggiare il criceto in caso di gravidanza ma farlo accudire da un’altra persona della famiglia