Rogna knemidokoptica
Gli acari del genere Knemidokoptes infestano soprattutto le cocorite, più raramente pappagalli di altre specie. Sono parassiti microscopici che si localizzano principalmente sul becco, la cera, la pelle intorno al becco e sulla cloaca, dove provocano lesioni caratteristiche e molto evidenti. Il becco appare “tarlato”, ricoperto da minuscoli fori causati dal parassita. La pelle appare ispessita e crostosa; anch’essa osservata da vicino appare costellata da minuscoli fori. Le lesioni non causano prurito.
Questi parassiti infestano soprattutto animali giovani, sotto l’anno di età; la condizione non sembra molto contagiosa e la possibilità di contrarre l’infestazione appare legata al sistema immunitario del pappagallo; può capitare che di diversi pappagalli che vivono nella stessa gabbia uno solo sia colpito. Quando sono colpiti animali anziani, si deve sospettare la presenza di patologie concomitanti come problemi epatici o tumori.
La diagnosi è molto facile e si basa sull’osservazione delle caratteristiche lesioni; inoltre, raschiando del materiale dalle croste si possono osservare e identificare al microscopio i minuscoli parassiti. Il trattamento si esegue con la somministrazione di un farmaco antiparassitario, l’ivermectina, che si somministra per bocca o sulla cute ogni 10-14 giorni fino alla completa guarigione. Si devono trattare contemporaneamente tutti i pappagalli a contatto, anche se non mostrano lesioni.
Nelle forme croniche si verifica la malformazione permanente del becco, che richiede un accorciamento periodico, pertanto non si deve tardare a far visitare il pappagallo appena si notano sintomi sospetti.
Questi acari parassiti non sopravvivono lontano dall’animale che infestano, pertanto non è necessario eseguire un trattamento sulla gabbia.
Pidocchi
Oltre 700 specie di pidocchi possono infestare le penne e la cute degli uccelli, nutrendosi della cheratina delle penne o delle squame cutanee. Causando prurito e alterazioni delle penne o lesioni cutanee, anche secondarie al prurito. Sono parassiti permanenti che svolgono tutto il ciclo vitale sull’animale e che non sopravvivono a lungo lontano dall’ospite.
Gli acari possono essere trattati con l’applicazione di polveri o spray al piretro specifici per uccelli, o con la somministrazione di un farmaco, l’ivermectina da parte del veterinario.
Esistono molte specie di acari commensali che vivono nelle penne e sono innocui; se presenti in numero elevato possono però danneggiare il piumaggio e quindi la sua capacità di isolamento termico. Poiché l’infestazione viene normalmente tenuta sotto controllo con la pulizia, negli uccelli malati, in cui è diminuita la pulizia del piumaggio, possono aumentare notevolmente di numero. In caso di forte infestazione si deve valutare con attenzione lo stato sanitario generale dell’animale.
Infestazione da acaro rosso (Dermanyssus spp.)
Gli acari rossi sono minuscoli parassiti che succhiano il sangue e possono infestare numerose specie di uccelli.
Di giorno vivono nascosti nelle fessure e di notte escono per salire sugli animali addormentati per alimentarsi. Appaiono come minuscoli puntini rossi, appena visibili a occhio nudo. Causano agli uccelli un intenso fastidio e prurito, disturbando il sonno. Possono causare anche deperimento e anemia, fino alla morte, soprattutto nei soggetti più giovani. I giovani possono morire mentre sono ancora nel nido. Possono essere difficili da identificare perché non vivono sugli uccelli, ma sono abbondanti nel loro ambiente.
Il trattamento si esegue sia sugli animali infestati, con la somministrazione per bocca o sulla cute di ivermectina, che sulla gabbia e sull’ambiente con uno spray antiparassitario sicuro per gli uccelli. Se i trattamenti sono limitati agli uccelli, senza disinfestare l’ambiente, non è possibile eliminare questi parassiti.