La displasia dell’anca è una condizione comune nei cani di grossa taglia: maggiore è la taglia del cane, più probabile è lo sviluppo della displasia, indipendentemente dall’età. Chiunque abbia un cane di razza grande o ne consideri l’acquisto deve avere familiarità con questa condizione. Le razze maggiormente predisposte sono Bernese, Border Collie, Boxer, Cane Corso, Dogue de Bordeaux, Labrador, Golden Retriever, Mastino Napoletano, Pastore Maremmano Abruzzese, Pastore Tedesco, Rottweiler, S. Bernardo, Setter inglese, Terranova. Prima di acquistare un cucciolo di queste razze, è importante controllare che i genitori, e se possibile i nonni, siano esenti da displasia, chiedendo di controllare i certificati ufficiali che attestino gli esami condotti.
Cos’è la displasia dell’anca?
Il termine displasia significa anomalia della formazione, in particolare per displasia dell’anca si intende uno sviluppo alterato delle articolazioni delle anche. Questo problema si verifica durante la fase di crescita del cucciolo (di solito di quelli di grossa taglia) e si riferisce essenzialmente a una mancata congruenza (corrispondenza) articolare tra la testa del femore e la cavità articolare dell’anca.
L’articolazione dell’anca è costituita dalla testa del femore (che è rotonda come una palla e collega il femore al bacino), dall’acetabolo (la cavità del bacino in cui la testa del femore si articola), la capsula fibrosa che racchiude l’articolazione e il fluido lubrificante (liquido sinoviale) contenuto nella cavità articolare. Le ossa (testa del femore e acetabolo) sono rivestite da una cartilagine liscia in modo che il movimento sia quasi del tutto privo di attrito e le ossa possano scivolare bene mentre si cammina su ogni tipo di superficie. La testa del femore è fatta a sfera per adattarsi bene all’interno della cavità dell’acetabolo, ma quando un cane è affetto da displasia dell’anca, la testa del femore e l’acetabolo non si inseriscono armoniosamente tra loro, poiché l’acetabolo è appiattito e la testa non è tenuta saldamente in posizione. Questo rende l’articolazione assai instabile; con il passare del tempo il continuo movimento dei due capi articolari alterati provoca la formazione di nuove proliferazioni ossee che danno luogo al fenomeno degenerativo dell’artrosi.
Quali cani sono colpiti dalla displasia dell’anca?
Ci sono due gruppi di pazienti affetti da displasia dell’anca. Il primo gruppo è costituito da cani giovani, di solito tra i 6 e i 18 mesi di età che pur essendo displasici non hanno ancora sviluppato artrite. In genere vengono portati alla visita dal veterinario perché camminano in modo strano o zoppicano in modo anche lieve; alla visita possono apparire quasi normali ma l’esame radiografico mostra chiari segni di displasia.
L’altro gruppo è rappresentato da cani maturi: purtroppo molti cani che si presentano displasici all’esame radiografico, non manifestano alcun segno di dolore e quindi giungeranno dal veterinario per una valutazione solo dopo molti anni, quando le anche sono state messe costantemente sotto sforzo e danneggiate dal continuo sfregamento tra i due capi articolari e presentano segni di artrosi. L’artrosi comporta una mineralizzazione della capsula articolare, l’usura della cartilagine e un continuo instaurarsi di processi infiammatori e quindi dolore.
Perché alcuni cani hanno dolore già da cuccioli, mentre altri non manifestano dolore fino in tarda età?
I cani possono presentare diversi gradi di displasia ed è il peso del cane che fa la differenza (un cane più leggero può tollerare più a lungo una malformazione dell’anca). La massa muscolare che sostiene il peso del corpo, infatti, è maggiore in un cane giovane e contribuisce a ridurre lo stress sulle ossa. Tuttavia, alcuni cani hanno segni radiografici molto gravi e senza praticamente alcun sintomo, mentre altri mostrano lievissimi cambiamenti radiografici e manifestano grossi segni di disagio. Non si conosce il motivo per cui non esiste una correlazione tra le radiografie e il dolore effettivamente manifestato alla visita clinica.
Come può un proprietario capire se il cane ha dolore o segni di disagio?
Un cane con displasia (o qualsiasi altra situazione di dolore cronico) non manifesta il dolore piangendo o lamentandosi; i segni di disagio si manifestano piuttosto con diminuzione dell’attività, zoppicatura, difficoltà ad alzarsi, a sdraiarsi o a salire le scale, riluttanza a correre e saltare. Mentre il cane cammina si può notare un’andatura ondeggiante delle anche e quando sale le scale lo si può osservare saltare con entrambe le zampe posteriori contemporaneamente (è la cosiddetta andatura da coniglio).
Le cause della displasia dell’anca
La causa principale della displasia dell’anca è di tipo genetico, ma si tratta di un tipo di ereditarietà complessa e non ancora chiarita. Infatti cani normali possono generare una prole displasica così come la condizione può saltare varie generazioni. Fino a quando non verrà messo a punto un test basato sul DNA, la cosa migliore che si può fare per prevenire questa malattia è allevare solo cani con articolazioni delle anche normali, sottoponendo i riproduttori ad esami precoci.
Anche i fattori nutrizionali sono importanti per prevenire la displasia dell’anca. Si sa che una dieta troppo ricca di proteine, un’eccessiva integrazione di calcio o un’alimentazione troppo abbondante ai cuccioli di taglia grande, favorendo una crescita troppo rapida porta a risultati disastrosi. Si determinano ritmi scoordinati di crescita tra ossa e muscoli che sono la causa di varie malattie articolari, tra cui la displasia dell’anca. Uno studio ha dimostrato che quando i cuccioli di razze soggette a questa malattia hanno libero accesso al cibo, due terzi sviluppano la displasia, mentre la percentuale si riduce a un terzo se la stessa dieta è frazionata in più pasti in quantità controllata. Un altro studio ha mostrato che i pastori tedeschi hanno quasi il doppio delle probabilità di sviluppare displasia dell’anca rispetto ad altre razze, se il loro peso da adulti è superiore alla media. Studi come questi hanno portato allo sviluppo di alimenti per cuccioli ideati apposta per razze di taglia grande, in cui l’apporto calorico è inferiore a quello per cuccioli di taglia piccola. In tal modo l’accrescimento è più lento ma armonico; la taglia completa prevista dal loro codice genetico viene raggiunta ugualmente, ma più tardi.
Chi possiede un cucciolo di grande taglia deve quindi evitare l’errore comune di alimentarlo troppo e soprattutto di utilizzare integratori minerali senza necessità. Gli alimenti commerciali sono già completi e bilanciati, e non si deve aggiungere nulla nel tentativo di migliorarli.
Nei cuccioli in crescita si deve evitare l’esercizio fisico eccessivo. Ogni anomalia nella struttura dell’articolazione dell’anca viene aggravata se il cane corre e salta troppo. Non è necessario trattare il cucciolo come se fosse disabile, ma fargli fare lunghe corse o farlo rincorrere ripetutamente oggetti lanciati possono essere attività dannose per le articolazioni.
La diagnosi di displasia dell’anca
È di grandissima utilità riuscire a dimostrare precocemente la presenza della malattia, prima che il cane manifesti i segni clinici di displasia. La diagnosi precoce permette di intervenire in modo tempestivo, così da ridurre o arrestare l’espressione della malattia. La diagnosi precoce permette anche di selezionare i soggetti adatti per la riproduzione, prima che siano in età di produrre cuccioli.
Se la malattia viene individuata perché si osservano i sintomi, l’artrosi si è già instaurata e non è possibile evitare l’insorgenza o la progressione della displasia.
La diagnosi precoce può essere eseguita già a 14 settimane di età nei cani di taglia media e grande e a 18 settimane nei cani di taglia gigante.
Il primo passo nella diagnosi è la visita clinica. Il veterinario deve attuare alcune manovre particolari come estendere le zampe posteriori del cane all’indietro per testare il dolore (in caso di dolore all’estensione dell’anca la prova è positiva ed è indice di displasia). Si osserva il cane mentre cammina per mettere in evidenza un eventuale movimento patologico di rotazione dell’anca. Un altro test consiste nel mettere il cane sulla schiena con una zampa posteriore perpendicolare al corpo: la zampa viene allontanata dalla controlaterale verso il tavolo. Se il movimento genera un “clock” (uno schiocco provocato dallo spostamento della testa del femore) il test è un segno di displasia. Questo clock, che si può sentire chiaramente se la mano è appoggiata sul fianco durante l’esercizio, viene chiamato segno di Ortolani.
Per diagnosticare con certezza la displasia sono sempre necessarie delle radiografie in posizioni specifiche, che richiedono una sedazione profonda o l’anestesia generale del paziente per ridurre al minimo il dolore delle manovre e per posizionare correttamente l’animale per ottenere una buona immagine e ridurre al minimo le radiografie necessarie per ottenere una diagnosi precisa.
L’E.N.C.I. (Ente Nazionale della Cinofilia Italiana) ha regolamentato il controllo ufficiale della displasia dell’anca nelle varie razze adottando il protocollo internazionale della F.C.I. (Federazione Cinologica Internazionale). Il controllo ufficiale va eseguito quando il cane ha raggiunto la maturità scheletrica (12 mesi per la maggior parte delle razze e 18 mesi per le razze di taglia gigante); in base ai risultati dell’esame radiografico la displasia viene classificata in vari gradi. Tale valutazione viene emessa da veterinari lettori ufficiali accreditati dall’ENCI stesso. Poiché la displasia dell’anca tende ad evolvere con il tempo, la certificazione di esenzione o del suo grado può essere effettuata solo quando il cane ha completato il suo sviluppo scheletrico. La presenza della malattia, invece, può essere valutata in qualsiasi momento.
I trattamenti chirurgici
Ci sono molte opzioni chirurgiche possibili in caso di displasia dell’anca ed è importante capire quali sono i pazienti che trarrebbero beneficio da un intervento chirurgico. In ogni caso il trattamento chirurgico comporta un periodo di recupero abbastanza lungo e delle spese consistenti. Spesso non è necessario trattare chirurgicamente entrambe le anche se sono displasiche, perché l’intervento solo una è spesso sufficiente a dare buoni risultati. Secondo la gravità della displasia, il tipo di alterazioni, l’età del cane e l’attività a cui è destinato vi sono diversi tipi di intervento.
Tripla osteotomia pelvica
Questo intervento è indicato per i cani molto giovani (8-18 mesi), con displasia dell’anca ma senza presenza di artrite degenerativa. Consiste nel tagliare le ossa attorno all’acetabolo in tre punti diversi per isolare l’articolazione, riposizionarlo in modo che contenga meglio la testa del femore e mettere una placca per fissarlo in posizione adeguata. Questo intervento non è efficace se il cane ha già sviluppato artite/artosi o comunque è troppo vecchio. Questo è comunque un intervento che richiede un chirurgo ortopedico con vasta esperienza. Dopo l’intervento sono previsti 3 – 4 mesi di esercizio controllato, inoltre le camminate al guinzaglio non sono ammesse per 2 mesi, se non molto brevi solo per i bisogni.
Ostectomia della testa del femore
Questo intervento è più indicato nei cani di piccola taglia. Si taglia e si asporta la testa del femore, permettendo all’articolazione di guarire come una pseudo giuntura (si forma una capsula che collega le due ossa, ma non avviene più un effettivo contatto osseo). Se l’anca non deve sopportare un peso corporeo troppo elevato, questa pseudo-articolazione è abbastanza forte da sostenere il tutto. Più il cane è attivo, più la giuntura si forma rapidamente. L’animale in genere rifiuta di usare la gamba per le prime 2 settimane, pertanto lo si deve forzare a farlo, ad esempio con la fisioterapia. Il pieno utilizzo della zampa operata si osserva in genere dopo 4-6 settimane. La zampa dovrebbe essere quasi completamente funzionante dopo un paio di mesi. Questo intervento chirurgico è in genere meno costoso di altre procedure.
Protesi totale dell’anca
Questa procedura è adatta a cani che presentano modifiche degenerative dell’articolazione così gravi da essere invalidanti; è un intervento che può sembrare radicale, ma viene eseguito da 20 anni con ottimi risultati. L’intervento consiste nel sostituire l’intera articolazione con una protesi. Dopo l’intervento il cane deve restare a riposo per circa 3 mesi. Di solito, anche se entrambe le articolazioni hanno problemi, si procede con una zampa alla volta e spesso il cane recupera così bene tanto da non aver bisogno di fare l’intervento anche sul lato opposto.
Dartroplastica
“DAR” è una sigla che indica il bordo acetabolare dorsale e dà il nome questa procedura, che consiste nel prelevare innesti ossei da altre aree del bacino e utilizzarli per costruire un bordo acetabolare più ampio, in modo che la testa del femore abbia una cavità più profonda su cui inserirsi. Questa procedura è più indicata in cani che hanno appena iniziato a sviluppare l’artrite degenerativa e non possono quindi essere sottoposti alla triplice osteotomia acetabolare. Si può eseguire in cani fino a 12-13 mesi di età, ma preferibilmente a 8-10.
Sinfisiodesi pubica giovanile
Questo intervento viene eseguito nei cuccioli entro i 5 mesi di età, Migliora la congruenza articolare facendo sì che gli acetaboli coprano meglio le teste femorali. È in grado di correggere o limitare lo sviluppo della displasia dell’anca e quindi di prevenire la degenerazione secondaria dell’articolazione. La sinfisi pubica è la cartilagine che collega il lato destro e sinistro del bacino; quando un cane diventa adulto si trasforma in tessuto osseo e unisce le due metà del bacino in modo permanente. L’intervento consiste nel sigillare prematuramente la sinfisi pubica, il che fa ruotare verso il basso e in avanti le cavità aceta bolari, che in questo modo coprono meglio le teste del femore, stabilizzando l’articolazione.
Le terapie mediche
Il trattamento non chirurgico della displasia dell’anca è essenzialmente lo stesso che si esegue per qualsiasi altro tipo di artrosi. Si possono impiegare integratori nutrizionali per aiutare la riparazione della cartilagine, antidolorifici e farmaci anti-infiammatori. Anche fisioterapia e massaggi sono importanti e utili. Se possibile, il nuoto è un validissimo aiuto perché permette di sviluppare i muscoli senza sollecitare eccessivamente le articolazioni. La terapia laser permette di ridurre il dolore ed è un’altra valida opzione terapeutica.
Prendersi cura di un cane con displasia dell’anca
Ci sono alcune cose che si possono fare per aiutare il cane displasico:
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Se sospettate che il vostro cane abbia la displasia dell’anca, rivolgetevi immediatamente al veterinario per ridurre al minimo le alterazioni degenerative delle articolazioni, dal momento che il problema tende a peggiorare con il tempo.
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Tenete sotto controllo il peso del cane ed evitate l’obesità; se il cane è troppo grasso chiedete consiglio al veterinario per un piano di riduzione del peso.
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Evitate gli esercizi faticosi, ma fornire regolarmente un moderato esercizio fisico.
Classificazione FCI della displasia dell’ancaGrado A: nessun segno di displasia dell’anca (HD 0 / HD -)La testa del femore e l’acetabolo sono congruenti. Il bordo craniolaterale appare netto e leggermente arrotondato. Lo spazio articolare risulta netto ed uniforme. L’angolo acetabolare secondo Norberg* è di circa 105° o superiore. Quando inoltre il bordo craniolaterale circonda leggermente la testa del femore in direzione laterocaudale, la conformazione articolare viene definita “eccellente” (A1). Grado B: articolazione quasi normale (HD 1 / HD +/-)La testa del femore e l’acetabolo appaiono leggermente incongruenti e l’angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 105° oppure il centro della testa del femore si trova medialmente al bordo acetabolare dorsale con congruità della testa del femore e dell’acetabolo. Grado C: leggera displasia dell’anca (HD 2 / HD +)La testa del femore e l’acetabolo appaiono incongruenti, l’angolo acetabolare secondo Norberg è di circa 100° e/o il bordo craniolaterale risulta appiattito. Possono essere presenti irregolarità o segni minori di modificazioni osteoartrosiche a carico del margine acetabolare craniale, caudale o dorsale o della testa e del collo del femore. Grado D: media displasia dell’anca (HD 3 / HD ++)Incongruità evidente tra la testa del femore e l’acetabolo con sublussazione. L’angolo acetabolare secondo Norberg è superiore a 90°. Saranno presenti un appiattimento del bordo craniolaterale e/o segni di osteoartrosi. Grado E: grave displasia dell’anca (HD 4 / HD +++)Sono presenti modificazioni marcate di tipo displastico delle anche, come lussazione o sublussazione distinta, un angolo acetabolare secondo Norberg inferiore a 90°, un evidente appiattimento del margine acetabolare craniale e deformazione della testa del femore (a forma di fungo o appiattita) o la presenza di altri segni di osteoartrosi. *angolo acetabolare secondo Norberg: l’angolo con cui vengono a contatto le superfici articolari della testa del femore e dell’acetabolo. Questo tipo di valutazioni vengono eseguite sulle radiografie. I cani con displasia dell’anca di grado 3 e 4 non sono adatti alla riproduzione. |