L’ipertiroidismo è la condizione in cui la tiroide non funziona in modo adeguato e produce una quantità eccessiva di ormoni tiroidei. Si tratta di una malattia piuttosto comune nei gatti anziani.

La ghiandola tiroide

La ghiandola tiroide è localizzata nel collo, ai lati della trachea, e nei gatti è formata da due lobi. La tiroide produce due tipi di ormoni tiroidei: T3, la forma attiva, e T4, la forma inattiva che viene immessa in circolo nel sangue. Le cellule dei tessuti sono in grado di captare il T4 e convertirlo in T3. La maggior parte del T4 circolante è trasportato dalle proteine del sangue e non può essere utilizzato dalle cellule; la parte che non è trasportata dalle proteine (il cosiddetto “T4 libero”) può invece penetrare nei tessuti per essere attivata. Anche la tiroide può attivare il T4 in T3.

L’attività della tiroide, e quindi la produzione di T4, è regolata dalla ghiandola ipofisi, una piccola ghiandola posta alla base del cervello, che ha una funzione fondamentale di regolazione di tutto il sistema endocrino del corpo (surrenali, tiroide, sistema riproduttivo, e altro ancora). L’ipofisi produce una sostanza chiamata TSH (ormone stimolante la tiroide). Quando i livelli di T4 in circolo nel sangue diminuiscono, l’ipofisi tramite la produzione di TSH stimola la tiroide a produrre e rilasciare più T4.

La forma attiva degli ormoni tiroidei, il T3, agisce come una specie di manopola del volume per il metabolismo. Un eccesso di ormoni tiroidei causa una stimolazione eccessiva dell’organismo e provoca sintomi a livello di più organi.

Che cos’è l’ipertiroidismo?

L’ipertiroidismo è il disturbo endocrino più comune nel gatto. Si osserva più spesso nei gatti anziani: l’età media alla diagnosi è di circa 13 anni, tuttavia può comparire anche in gatti molto più giovani.

I segni clinici associati all’ipertiroidismo felino possono essere numerosi. Il segno principale e più tipico è una perdita di peso nonostante l’appetito eccellente. Il gatto può anche mostrare aumento della sete e quindi della produzione di urina, irrequietezza, iperattività, vomito cronico, feci voluminose e di cattivo odore. Nel 10% dei gatti ipertiroidei si osservano invece debolezza e letargia molto pronunciate, anoressia e problemi cardiaci.

Alla visita clinica si possono rilevare diverse alterazioni. Nel gatto normale i lobi della tiroide non si possono avvertire alla palpazione. Nel gatto ipertiroideo almeno un lobo di solito è aumentato di volume e può essere rilevato dal veterinario durante la visita. Il gatto può presentare tachicardia (aumento della frequenza cardiaca) e magrezza. A parte l’aumento di volume della tiroide, gli altri sintomi non sono specifici: è necessario ricorrere agli esami di laboratorio per confermare la diagnosi.

Nei gatti anziani gli esami di screening per la tiroide possono rilevare anomalie del livello degli ormoni tiroidei prima che si manifestino i sintomi.

Cause dell’ipertioidismo

L’ipertiroidismo nella maggior parte dei casi è causato da tumori benigni della ghiandola tiroide, con una produzione eccessiva di ormone T4. Meno dell’1-2% dei gatti ipertiroidei presentano un tumore maligno della tiroide.

Uno studio pubblicato nel 2004 ha dimostrato che esiste una forte correlazione tra la somministrazione ai gatti di cibo in scatola e un successivo sviluppo di ipertiroidismo. I gatti che mangiano solo alimenti conservati in lattine con l’apertura a strappo presentano un rischio cinque volte maggiore di sviluppare ipertiroidismo rispetto ai gatti che mangiano solo cibo secco. I gatti la cui dieta è rappresentata per il 50% da alimenti in lattina con apertura a strappo hanno un rischio 3,5 volte maggiore di sviluppare ipertiroidismo rispetto ai gatti che mangiano solo cibo secco. È stato ipotizzato che la causa sia la sostanza di cui sono rivestite le lattine di alluminio con apertura a strappo, il bisfenolo-A-digliciletere (BADGE), che passa negli alimenti contenenti oli o grassi. Nei paesi del mondo dove questo tipo di lattina non viene utilizzata per il cibo per gatti, l’ipertiroidismo non è una malattia comune. Tuttavia, è importante considerare che circa il 25% dei gatti ipertiroidei non hanno mai mangiato cibi in scatola nella loro vita, pertanto vi è sicuramente più di un fattore coinvolto.

Si è visto inoltre che i gatti che vivono esclusivamente in casa hanno un rischio maggiore di sviluppare ipertiroidismo rispetto a quelli che escono all’esterno. I motivi non sono noti ma si sospettano diversi fattori:

  • Il coinvolgimento una sostanza chimica della lettiera.
  • Il coinvolgimento di qualche altra sostanza chimica nella casa.
  • I gatti che vivono chiusi in casa vivono più a lungo quindi avrebbero una maggiore probabilità di raggiungere l’età alla quale si sviluppa l’ipertiroidismo.
  • I gatti che vivono chiusi in casa hanno maggiori probabilità di essere portati dal veterinario e essere sottoposti a test diagnostici, perciò nei gatti che vivono all’esterno l’ipertiroidismo viene diagnosticato con minor frequenza.
  • I gatti di razza, in particolare delle razze Siamese e Himalayana, hanno un’incidenza minore di ipertiroidismo rispetto ai gatti non di razza, pertanto sono implicati anche fattori genetici.

Diagnosi

L’esame di laboratorio specifico per diagnosticare l’ipertiroidismo è la valutazione dei livelli di T4, che si esegue con un esame del sangue.

Se il T4 è notevolmente elevato, la diagnosi è certa. Nei casi in cui l’aumento non è molto netto sono necessari ulteriori accertamenti. Nei gatti anziani, i valori normali di T4 sono molto più bassi di quanto non siano nei gatti adulti giovani e quindi a volte non è chiaro se un gatto è veramente ipertiroideo. Inoltre, i livelli di T4 si abbassano rapidamente in seguito ad altre malattie non correlate alla tiroide e si verificano normali (ma imprevedibili) fluttuazioni dei valori di T4 nell’arco della giornata. Nei casi dubbi, quindi, si eseguono altri accertamenti.

I test più semplici da eseguire sono chiamati test di soppressione del T3 e valutazione del fT4 (free T4 o T4 libero). Per fare il test di soppressione del T3, il proprietario deve essere in grado di dare al gatto una pillola tre volte al giorno per due giorni e riportare il gatto in ambulatorio per un esame del sangue il terzo giorno. In altre parole è necessario rispettare alcuni orari specifici e riuscire a dare al gatto le pillole. Queste pillole contengono T3, la forma attiva dell’ormone tiroideo. Dopo due giorni di esposizione a questo farmaco, una tiroide normale risponde riducendo la produzione di T4. In un gatto ipertiroideo, questo meccanismo di feedback negativo non funziona e il livello di T4 non cala. In questo modo si può effettuare la diagnosi anche nei casi limite.

Il free T4 (fT4 o T4 libero) rappresenta la forma di ormone tiroideo non legato alle proteine del sangue. A differenza del T4 totale e del T3, il T4 libero non è soggetto all’influenza delle malattie non tiroidee. Per esempio, è normale che i livelli di T4 totale diminuiscano in seguito a uno stato di malattia, ma il T4 libero rimane invariato. In questo modo, un gatto ipertiroideo affetto da un’altra malattia potrebbe avere un T4 totale nei limiti della norma o borderline, ma il T4 libero sarebbe ancora abbastanza elevato da confermare l’ipertiroidismo. Il T4 libero è un esame semplice che può essere eseguito con un prelievo di sangue.

Terapia

I gatti ipertiroidei spesso presentano una ridotta qualità della vita a causa della perdita di peso, del deterioramento dei muscoli e la presenza di vomito e diarrea cronici. Non tutti i gatti manifestano questi sintomi al momento della diagnosi, ma ci sono altre ragioni per il trattamento: con l’ipertiroidismo compaiono malattie cardiache e ipertensione. Questi problemi possono causare insufficienza cardiaca, cecità improvvisa o morte improvvisa e possono essere prevenuti con un trattamento tempestivo dell’ipertiroidismo.

Esistono diverse opzioni terapeutiche  per questa patologia.

Dieta

Da pochi anni è entrato in commercio un alimento specifico per il trattamento dell’ipertiroidismo felino, y/d Hill’s. Poichè contiene ridotti livelli di iodio, impedisce alla ghiandola tiroide ammalata di sintetizzare livelli eccessivi di ormoni tiroidei e in tre settimane riporta il gatto a una condizione di normalità. Questo alimento va somministrato per tutta la vita e può essere consumato senza problemi da gatti conviventi normali. E’ molto importante che il gatto non assuma nessun altro tipo di cibo, neppure saltuariamente. Al momento è la terapia migliore, perchè è semplice e rende inutile la somministrazione di farmaci, spesso difficile nel gatto.

Farmaci

Il farmaco più comune per il trattamento dell’ipertiroidismo felino si chiama metimazolo (nome commerciale Tapazole®)Questo farmaco ha praticamente sostituito il vecchio farmaco propiltiouracile o PTU, perché è efficace presentando minori effetti collaterali.

Il metimazolo blocca la produzione di T4 e T3. Quando si inizia la terapia, gli ormoni tiroidei che sono già presenti nel corpo sono ancora attivi, quindi sono necessarie 2 – 4 settimane prima che gli esami del sangue mostrino l’efficacia del trattamento.

È importante capire quali sono i potenziali effetti collaterali del metimazolo, e il monitoraggio che generalmente si raccomanda. Il tumore tiroideo, che può essere individuato con la palpazione del collo del gatto ipertiroideo non si riduce di dimensioni con il trattamento e può anzi aumentare.

Vantaggi dell’utilizzo del metimazolo

  • Il farmaco è poco costoso rispetto alla radioterapia o all’intervento chirurgico.
  • Il controllo sulla funzione della tiroide si ottiene solo mentre l’animale sta assumendo il farmaco, pertanto se si verificano effetti collaterali relativi a una scarsa funzionalità renale, il trattamento può essere interrotto prontamente.
  • Non è necessario il ricovero.
  • Gli effetti collaterali sono relativamente rari.
  • Se occasionalmente si salta una dose, non vi sono danni.
  • Se non si riscontrano effetti collaterali nei primi 3 mesi di terapia, la possibilità di effetti collaterali successivi è notevolmente ridotto.

Svantaggi ed effetti collaterali del metimazolo

  • Deve essere somministrato almeno una volta al giorno (di solito due volte). In alcuni gatti la somministrazione delle compresse è difficile.
  • In circa il 15% dei gatti si osservano degli effetti collaterali. I più frequenti sono: letargia, perdita di appetito e vomito. Se si verifica uno di questi effetti indesiderati, il farmaco viene sospeso fino alla risoluzione dei sintomi e viene poi ripreso con un dosaggio più basso aumentando progressivamente la dose. In questo modo di solito gli effetti collaterali non si ripresentano.
  • Il prurito facciale è l’effetto collaterale più grave; si verifica in meno del 4% dei gatti che ricevono il metimazolo. Si risolve con farmaci anti-prurito e con la sospensione del metimazolo. I gatti che hanno questo effetto collaterale di solito lo ripresentano se il farmaco viene somministrato nuovamente, pertanto vanno sottoposti ad un’altra forma di trattamento.
  • Un numero estremamente ridotto (meno del 2%) dei gatti che prendono il metimazolo sviluppano insufficienza epatica grave. Questa tossicità si risolvere con la sospensione del farmaco, ma anche in questo caso si deve considerare una terapia alternativa.
  • La somministrazione di metimazolo può causare alterazioni del midollo osseo. Per monitorare queste alterazioni si devono eseguire periodicamente degli esami del sangue per la valutazione dei globuli bianchi. Questo effetto collaterale si verifica in meno del 4% dei gatti che ricevono il metimazolo e comporta un cambio di terapia.
  • L’ipertiroidismo può mascherare una concomitante insufficienza renale, perché la malattia cardiaca e la pressione alta che accompagnano l’ipertiroidismo causano un aumento del flusso di sangue attraverso i reni, rendendoli più efficiente (praticamente l’unico aspetto positivo dell’ipertiroidismo). Una volta che viene istituita la terapia per l’ipertiroidismo, la malattia renale diventa evidente o peggiora perché il flusso renale torna alla normalità. A volte è necessario scegliere tra i reni e la tiroide, per cui il monitoraggio della funzionalità renale contemporaneamente ai livelli della funzionalità della tiroide è particolarmente importante durante la terapia con metimazolo. I problemi renali possono essere minimizzati iniziando con una dose minore di metimazolo e aumentandola nel corso di settimane o mesi, in modo da non causare il brusco cambiamento del flusso ematico renale. Se i problemi renali peggiorano significativamente con il metimazolo, il farmaco può essere sospeso. In circa il 15 – 22% dei gatti trattati per ipertiroidismo si rileva una malattia ai reni che non era evidente prima del trattamento.

La maggior parte degli effetti collaterali negativi si osservano entro i primi 3 mesi di trattamento. Si devono eseguire periodicamente delle analisi del sangue per valutare il T4, i globuli bianchi, la funzione renale e gli enzimi epatici, pertanto il gatto in cura per ipertiroidismo va sottoposto ad un regolare programma di controllo. Potenziali effetti collaterali possono essere ridotti iniziando con una dose minore e aumentandola progressivamente fino alla dose terapeutica piena nel corso di un paio di mesi di terapia.

Terapie alternative

Un approccio alternativo per i gatti che non possono assumere il metimazolo consiste in una combinazione di ioduro di potassio e di un farmaco per il cuore, il propranololo. Lo ioduro di potassio blocca la captazione di iodio della tiroide. Il propanololo è utilizzato per controllare la malattia cardiaca che è comune nei gatti ipertiroidei. Gli effetti collaterali del potassio ioduro consistono in disturbi allo stomaco e depressione e vengono controllati riducendo la dose.