Si può effettuare nei cani il taglio della coda e delle orecchie?
La legge, secondo la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia, in vigore in Italia dal 1-11-11, proibisce ogni intervento chirurgico a fini estetici sugli animali da compagnia. Tra questi è esplicitamente proibito il taglio della coda e delle orecchie, secondo l’articolo 10:
Articolo 10 – Interventi chirurgici
1. Gli interventi chirurgici destinati a modificare l’aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non terapeutici debbono essere vietati, in particolare:
a. il taglio della coda;
b. il taglio delle orecchie;
c. la recisione delle corde vocali;
d. l’asportazione delle unghie e dei denti.
2. Saranno autorizzate eccezioni a tale divieto solamente:
a. se un veterinario considera un intervento non terapeutico necessario sia per ragioni di medicina veterinaria, sia nell’interesse di un singolo animale;
b. per impedire la riproduzione.
3. a. Gli interventi nel corso dei quali l’animale proverà o sarà suscettibile di provare significativi dolori debbono essere effettuati solamente in anestesia e da un veterinario o sotto il suo controllo;
b. Gli interventi che non richiedono anestesia possono essere praticati da una persona competente in conformità con la legislazione nazionale.
Secondo questa legge sono vietati tutti gli interventi con fini estetici, compresi gli interventi per adeguare l’aspetto degli animali allo standard di razza, senza eccezioni oltre a quelle elencate nel punto 2. Ogni violazione rappresenta un reato di tipo penale (articolo 544-ter del Codice Penale).
Il Consiglio Superiore di Sanità ha stabilito che tra le eccezione del punto 2. a rientra solo la caudotomia (taglio della coda) neonatale, eseguita da un veterinario entro i primi 7 giorni di vita, in sedazione e anestesia locale, in alcune razze di cani da caccia. Ciò in quanto questi cani nella loro attività possono essere soggetti a traumi alla coda difficilmente curabili con la terapia medica. In questi casi il veterinario deve documentare adeguatamente le motivazioni dell’intervento.