Dopo la nascita, i coniglietti si nutrono esclusivamente del latte materno per le prime due settimane. Dal punto di vista alimentare sono quindi carnivori, come tutti i cuccioli di mammiferi (salvo rare eccezioni come le cavie che iniziano a mangiare erba a un giorno di vita). In questo periodo il loro intestino è diverso da quello degli adulti, nel senso che non è sviluppato l’intestino cieco. Negli adulti il cieco è un organo molto grande in cui avviene la fermentazione (“digestione”) della fibra da parte della flora batterica. Nei coniglietti alla nascita la flora batterica è assente (i piccoli di tutte le specie nascono con un intestino sterile).
L’importanza di una “buona” flora intestinale
Una corretta flora batterica è essenziale per la sopravvivenza del coniglio. Nell’intestino cieco dei conigli si trovano dozzine di diverse specie batteriche, in competizione tra loro. Alcune sono utili, perché digeriscono la fibra ottenendo principi nutritivi assimilati dal coniglio, e benefiche, perché impediscono lo sviluppo di quelle dannose. Le specie dannose sono quelle che possono causare infezioni letali; normalmente sono presenti in quantità molto piccola. Si nutrono di amidi e zuccheri, che nell’alimentazione naturale del coniglio sono in quantità ridottissima e avendo a disposizione poco cibo, restano in numero molto basso.
Come i coniglietti acquisiscono la flora intestinale?
Il coniglietto colonizza il suo intestino con una popolazione batterica sana ingerendo le feci della madre a partire da 2 settimane di età, quando ancora ha gli occhi e le orecchie chiuse e il suo corpo è quasi nudo. In questo modo inocula il suo intestino con i batteri benefici, che gli serviranno a digerire le stesse piante di cui si nutre la madre. È evidente che nei conigli domestici avere una madre sottoposta a una dieta sana (fieno ed erba) è un grande vantaggio per la salute.
A tre settimane di età il coniglietto inizia a mangiare erba e a compiere la transizione dalla dieta carnivora a quella vegetariana, mentre inizia a svilupparsi l’intestino cieco. A 25 giorni i coniglietti iniziano a produrre il ciecotrofo (il materiale alimentare prodotto nel cieco dai batteri intestinali) e a nutrirsene, e a 5 settimane possono essere del tutto svezzati, diventando veri erbivori. (Diciamo che nel frattempo, in natura la madre può aver sfornato un’altra cucciolata, perché può restare gravida dopo il parto e la gravidanza dura appena un mese, quindi il latte deve essere riservato ai nuovi nati).
Se la madre, come succede negli allevamenti (anche quelli per conigli “da compagnia” – e usiamo le virgolette perché tutti i conigli possono e dovrebbero essere solo da compagnia) è alimentata con mangimi, i coniglietti nascono svantaggiati perché acquisiscono una flora batterica selezionata da cereali, amidi e zuccheri, che rischia di scatenare gravi enteriti. Se poi i coniglietti, come accade spesso, vengono allontanati dalla madre prima di essere adeguatamente svezzati per venderli prima possibile, e per giunta alimentati a mangime, la flora batterica nociva va letteralmente incontro a un’esplosione demografica con conseguenze mortali. Si comprende quindi perché i coniglietti appena comprati hanno un tasso di mortalità così alto, e sembrano morire improvvisamente senza motivo a pochi giorni dall’acquisto.
La corretta alimentazione dei coniglietti
È di fondamentale importanza che i coniglietti ricevano subito una dieta con elevato contenuto di fibra (fieno ed erba) per ridurre la mortalità legata alle infezioni intestinali. In mancanza di erba, si deve iniziare a offrire subito verdure fresche (in quantità crescente). I mangimi sono invece estremamente pericolosi e possono causare la morte per enteriti fulminanti. Fino a 6 mesi di età sono concessi i vegetali ricchi di calcio, come erba medica e tarassaco, che invece vanno fortemente limitati negli adulti.
Purtroppo, chi vende coniglietti (troppo giovani) ad acquirenti disinformati, in genere vende anche un dannosissimo e letale sacchetto di mangime e proibisce di somministrare ai piccoli qualunque tipo di alimento fresco, esattamente il contrario di quanto accade in natura.