pancreatite felina

Il pancreas è una ghiandola situata sotto lo stomaco. Ha due funzioni principali: la produzione di ormoni che regolano la glicemia (insulina e glucagone) e la produzione di enzimi digestivi, che vengono secreti attraverso un dotto (il dotto pancreatico) nell’intestino. Nei gatti, spesso il dotto pancreatico si unisce al dotto biliare comune proveniente dal fegato, il che significa che sia la bile (prodotta dal fegato) che il succo pancreatico, ricco di enzimi digestivi, entrano nell’intestino nello stesso punto.

L’infiammazione del pancreas viene detta pancreatite, una condizione che potenzialmente può essere molto grave. Ecco perché.

È importante che gli enzimi pancreatici vengano correttamente riversati nel lume intestinale, senza venire a contatto diretto con i tessuti del corpo, perché in tal caso li potrebbero digerire. Questo è ciò che accade quando il pancreas si infiamma: gli enzimi fuoriescono, si attivano in modo inappropriato e iniziano a digerire il pancreas stesso. L’infiammazione del pancreas si aggrava ulteriormente e il danno tissutale coinvolge rapidamente il fegato adiacente. Le tossine rilasciate da questa distruzione dei tessuti vengono immesse in circolo e possono causare una risposta infiammatoria in tutti i distretti del corpo. Se il pancreas viene colpito in modo tale da interrompere la sua capacità di produrre insulina, inoltre, può insorgere il diabete mellito, che può essere temporaneo o permanente.

Complicazioni

La fuoriuscita di enzimi pancreatici nella cavità addominale e nel flusso ematico aggrava il danno, con una distruzione dei tessuti che può essere estesa. I possibili esiti includono danni al fegato, ai reni, ai polmoni, al cuore e ai vasi linfatici addominali. La pancreatite può causare l’ostruzione delle vie biliari extraepatiche. Il pancreas felino è anche soggetto a infezioni biliari ascendenti e a reflusso biliare, in quanto i dotti pancreatici e biliari si uniscono prima di sboccare nell’intestino.

La pancreatite è uno dei principali fattori di rischio per lo sviluppo della cosiddetta coagulazione intravascolare disseminata (CID), che consiste in un massiccio disaccoppiamento dei normali meccanismi di coagulazione e dissoluzione dei coaguli. Questo porta a simultanee emorragie e formazione di coaguli in tutto il corpo.

Fortunatamente, queste gravi conseguenze sono rare, ma è bene sapere che sono possibili se l’infiammazione pancreatica va fuori controllo. Nella maggior parte dei casi, la pancreatite si limita all’area del fegato e del pancreas.

La pancreatite può essere acuta o cronica (i casi acuti possono regredire completamente). Può essere lieve o grave (i casi acuti tendono a essere più gravi, mentre i casi lievi possono non richiedere alcun trattamento).

Quali sono le cause della pancreatite felina?

Nel 90% dei casi non si riesce a scoprire la causa della pancreatite. Si conoscono comunque diversi fattori di rischio.

  • Si ritiene che vi sia un’associazione tra pancreatite e malattia infiammatoria intestinale. La teoria è che la malattia infiammatoria intestinale porti a uno sviluppo eccessivo di batteri intestinali. Questi batteri possono risalire il dotto pancreatico e causare un’infezione nel pancreas.
  • Traumi (investimento da parte di un’auto o caduta da una grande altezza).
  • L’infezione da gastroenterite virale felina (panleucopenia).
  • L’infezione da Toxoplasma (un parassita) può coinvolgere il pancreas, anche se quasi sempre coinvolge anche altri tessuti.
  • Esposizione a insetticidi organofosfati. Gli organofosfati non sono più comunemente utilizzati per il controllo delle pulci, ma sono facilmente reperibili nei negozi di ferramenta e giardinaggio. Sono presenti anche in alcuni collari antipulci.
  • Uso di farmaci. Sebbene non vi siano associazioni dimostrate tra l’uso di farmaci e casi di pancreatite felina, nei gatti con precedenti di pancreatite è bene evitare alcuni farmaci che possono indurre pancreatite in altre specie. Tali farmaci includono l’azatioprina (un agente immunosoppressivo), i diuretici tiazidici (furosemide), la tetraciclina (un antibiotico), l’acido valproico (un agente per il controllo delle crisi epilettiche) e la procainamide (un farmaco per il cuore).

Sintomi della pancreatite nel gatto

I sintomi della pancreatite nel gatto sono spesso vaghi e comunque mai specifici. Nei cani e negli esseri umani la pancreatite è associata a nausea e dolore addominale. Invece solo una piccola parte dei gatti mostra questi segni. La febbre è possibile, ma spesso al contrario la temperatura si abbassa. Quasi tutti i gatti affetti da pancreatite perdono l’appetito e circa la metà al momento della visita manifesta una perdita di peso. Sono possibili letargia, ittero e diarrea. Alla visita il veterinario a volte palpa una massa addominale.

La pancreatite è la causa di circa il 40% dei casi di lipidosi epatica nel gatto. La lipidosi epatica rappresenta un tipo specifico di insufficienza epatica che deriva dalla perdita di appetito e da un apporto calorico inadeguato e complica molto la pancreatite.

Come si diagnostica la pancreatite felina

La visita clinica e i test di laboratorio di routine non sono specifici per individuare la pancreatite felina. Recentemente, la diagnosi di pancreatite è stata notevolmente semplificata grazie allo sviluppo del test SPEC-FPL  (Lipasi pancreatica felina specifica). Questo test si basa sulla PLI, acronimo di Pancreatic Lipase Immunoreactivity (immunoreattività della lipasi pancreatica). La lipasi è uno degli enzimi digestivi del pancreas e normalmente ne sono presenti in circolo solo piccole tracce. Questi livelli aumentano drasticamente durante la pancreatite e quindi la diagnosi può essere fatta in modo non invasivo con un semplice esame del sangue. Questa forma di test è persino più sensibile dell’ecografia, il che significa che può individuare la pancreatite in uno stato più lieve.

Il test SPEC-FPL può presentare valori elevati anche in gatti che non presentano alcun tipo di sintomo. In tal caso il test può suggerire che il gatto abbia una popolazione intestinale che non è sana e che è cresciuta eccessivamente infiammando il pancreas. Se il gatto non presenta sintomi, il trattamento non è necessario. Tuttavia, potrebbe essere prudente prendere in considerazione una dieta ipoallergenica o l’aggiunta al cibo di probiotici (colture vive di batteri benefici) per aiutare a ricolonizzare l’intestino fornendogli una popolazione microbica più sana.

La pancreatite spesso può essere diagnosticata con l’ecografia perché il pancreas infiammato si gonfia e presenta alterazioni della consistenza tipiche dell’infiammazione. Tuttavia un pancreas che appare ecograficamente normale non esclude la presenza di pancreatite.

Terapia della pancreatite felina

Non esiste una terapia specifica della pancreatite. Il trattamento è essenzialmente sintomatico e di sostegno. Si basa su rimozione della causa (di solito non è possibile, poiché la causa è nota solo raramente), terapia di sostegno generale e trattamento sintomatico durante la crisi infiammatoria, monitoraggio e prevenzione delle complicanze più gravi.

Uno dei presidi terapeutici più utili è la fluidoterapia (somministrazione di liquidi) per via endovenosa, che serve a sostenere la vascolarizzazione del pancreas e a combattere la disidratazione dovuta al vomito o alla diarrea. Sostenere la perfusione del pancreas consente di eliminare le sostanze infiammatorie dannose e di favorirne la guarigione.

Gli antiemetici sono utili per controllare la nausea e il vomito, che contribuiscono alla mancanza di appetito. Uno dei farmaci più efficaci è il maropitant, che ha anche effetti analgesici sull’intestino.

Molto importante è la somministrazione di farmaci per controllare il dolore, anche se il gatto non sembra averne. I gatti, infatti, tendono a non manifestare in modo evidente il dolore addominale. Si usano allo scopo i farmaci oppioidi.

Nel cane, le diete ad alto contenuto di grassi sono importanti fattori predisponenti per la pancreatite, ma questo non sembra essere vero per i gatti. Nel gatto sembra avere maggiore rilevanza una preesistente malattia infiammatoria intestinale, quindi si preferisce il trattamento di questa condizione (cortisonici, antiacidi, diete a basso contenuto di residui o diete ipoallergeniche). Aneddoticamente, in alcuni casi si ritiene che sia utile l’integrazione con enzimi digestivi. In passato, si riteneva che il digiuno aiutasse a guarire il pancreas, ma attualmente si pensa che il tratto digerente guarisca più rapidamente se riceve alimento. Inoltre, il digiuno predispone all’insorgenza di lipidosi epatica, una grave complicanza che porta alla mancata funzionalità del fegato.

Vitamina B12

Il pancreas sano produce una sostanza, il fattore intrinseco, necessario per l’assorbimento della vitamina B12 (cobalamina) dalla dieta. Il pancreas malato non produce una quantità sufficiente di fattore intrinseco e nella pancreatite cronica si verifica una carenza di vitamina B12. In tal caso il gatto diventa poco vivace e spesso anemico. Poiché la vitamina B12 presente nell’alimento non può essere assorbita senza il fattore intrinseco, si somministra vitamina B12 per iniezione, di solito a casa, una o due volte alla settimana e in seguito periodicamente. I livelli di vitamina B12 possono essere valutati con esami di laboratorio per determinare se sono necessari integrazioni. Poiché le iniezioni sono relativamente poco costose e hanno un ampio margine di sicurezza, a volte vengono semplicemente prescritte senza test.

Prognosi

La prognosi a lungo termine del gatto affetto da pancreatite dipende dalla gravità della malattia e dalle condizioni che la accompagnano. Se il gatto sopravvive all’episodio di pancreatite acuta, ci sono buone probabilità che in seguito viva una vita normale. Tuttavia, i casi cronici di pancreatite possono andare e venire per anni, richiedendo un cambiamento permanente della dieta e la somministrazione cronica di farmaci.